Fa jogging e filma: aggredito al parco
Rovereto, il consigliere della Sud Bertè finito al pronto soccorso denuncia: «Troppi ubriachi, volevo documentare il degrado»
ROVERETO. «Dal punto di vista fisico per fortuna non ho riportato gravi conseguenze, ma sono ancora sotto shock per quello che mi è accaduto, sono sconvolto per un episodio che testimonia la situazione di pericolosità del parco ex Ferrari. E nessuno si decide ad intervenire». Daniele Bertè consigliere della circoscrizione Sud ieri sera, come lui stesso ha denunciato alla polizia dopo essere stato al pronto soccorso, è stato aggredito mentre faceva jogging e filmava «il degrado di un’area popolata da ubriachi, da migranti che stazionano tutto il giorno sulle panchine, che sporcano e che danno fastidio ai frequentatori del parco, soprattutto a mamme con i bambini...».
Ma cosa è successo? «Come tutte le sere faccio jogging e mentre tornavo al parco ex Ferrari ho deciso di riprendere con il telefonino una scena purtroppo consueta di degrado con migranti e senza tetto che bivaccano e si ubriacano. Ad un certo punto sono passato davanti a loro - spiega Bertè - e li ho salutati con un “buonasera”. Ma quando sono tornato indietro mi sono saltati addosso: saranno stati quattro o cinque e uno mi teneva il braccio bloccato mentre qualcuno gridava di prendermi il telefonino.
Una scena sotto gli occhi di madre e bambini spaventate: “Cosa state facendo, lasciatelo il pace” ha gridato qualcuno che vedeva quello che stava succedendo, mentre uno degli aggressori insisteva “basta, non puoi filmare, dammi il telefonino”. Momenti terribili poi finalmente hanno desistito e se ne sono andati. Ho tutto documentato, ho tutto qui sullo smartphone...». Ma non se l’è cercata? Ma per quale motivo ha voluto riprendere queste persone? A maggior ragione dopo il video con un uomo ubriaco a terra di qualche settimana fa... «Volevo solo documentare il degrado del parco. Ma la cosa più preoccupante è che l’amministrazione comunale non si decide a porre rimedio a una situazione insostenibile...» conclude Bertè.