Ecco la strana band che mette insieme «matti» e infermieri

Si chiamano «Animali strani» e sono nati grazie al Centro di salute mentale. E già sognano il primo album


di Jacopo Tomasi


TRENTO. Al basso c’è Vittorio, anima blues e sorriso che sfida la sindrome bipolare. Al sax ecco Adriano, professione infermiere. Alla batteria, signore e signori, Aleksandro: non vede, ma il ritmo lo tiene alla grande. E la voce, molto soul, è di Sabina, studentessa di tecniche della riabilitazione psichiatrica, che duetta con Piergianni, bassista & vocalist, utente del Centro di salute mentale. E poi ci sono Paola ed Emanuele, ragazzi del servizio civile provinciale, rispettivamente alle tastiere e alle percussioni, per finire con Andrea, chitarrista e dipendente dell’Azienda sanitaria, e Michel, giovane allevatore con la passione per la tromba. Loro sono gli “Animali Strani”: “una band da pazzi”, potrebbe titolare la rivista Rolling Stone.

Tutti, per motivi diversi, gravitavano infatti attorno al Centro di salute mentale di via Petrarca. Chi come utente, chi come infermiere, altri attraverso il servizio civile. Tutti avevano una grande passione: la musica. Così, quasi per scherzo, nell’autunno dell’anno scorso è nata l’idea, sostenuta con forza dal primario Renzo De Stefani, di creare un gruppo. Detto, fatto. “Abbiamo iniziato quasi per caso”, raccontano alla casa dell’auto-mutuo-aiuto dove ogni martedì sera si trovano a suonare in una piccola sala prove. “Poi, però, ci siamo resi conto c’era sintonia tra di noi. Siamo diventati amici ed è andata sempre meglio…”. Chi l’avrebbe mai detto che questo mix “folle” avrebbe funzionato. In una minuscola sala prove s’intreccia una moltitudine di stili. Aleksandro indossa la maglia dei Dream Theater e arriva dal mondo del rock e dell’heavy metal, Piergianni mostra con orgoglio la t-shirt autografata della PFM e ama la musica classica, Michel “jazzeggia” con la sua tromba.

Ma soprattutto s’incontrano vite ed esperienze diverse. Come quelle di Emanuele e Paola, ventenni con tutta la vita davanti, e Vittorio, che ne ha quasi 60 vissuti sulle montagne russe, tra alti e bassi. “Questa diversità è la nostra forza”, ripetono Aleksandro ed Emanuele. Diversità che si traduce in creatività. Tanto che l’idea iniziale di fare delle cover è stata subito accantonata. “Visto che c’era entusiasmo, abbiamo pensato di fare qualcosa di nostro, unendo stili ed esperienze”, spiega Andrea. “Si arriva con un’idea e insieme si scrive un testo, poi si buttano giù le note”. In pochi mesi sono già nate 9 canzoni inedite che parlano “di vita, di anima e di lavoro” e l’obiettivo, adesso, è quello di pubblicare un primo album. Difficile definire il genere. “Non vogliamo etichette”, spiegano. “La nostra è una musica strana, eterogenea, viscerale. E’ musica, semplicemente”. Intanto, hanno già fatto qualche concerto dal vivo e in programma ce ne sono altri nei prossimi mesi. Uno anche a Bruxelles. “Così ci facciamo conoscere e quando siamo sul palco è bellissimo”, confessa Sabina. Ognuno, davanti al pubblico, suona per qualcosa.

C’è chi lo fa per non pensare, chi per liberarsi, chi per divertirsi. “L’emozione più grande è quando ci applaudono, come una band normale, vera”. “Anche perché non siamo così diversi da una band normale”. “Ma, poi, cosa vuol dire normale?”. Si rincorrono voci e ci pensa Aleksandro a far chiarezza. “Noi non siamo nati perché bisognava aiutare due “matti” facendoli suonare, ma per fare buona musica e dare sfogo alle nostre storie, alla nostra arte”. Sono entusiasmanti, trascinanti, irriverenti gli “Animali Strani”. L’ennesimo messaggio lanciato da Trento: “sì, si può fare”. E la sintesi di questa band, di questo gruppo di amici un po’ squinternati, è tutto nel ritornello della canzone che porta il nome del gruppo. Quasi un manifesto. “Vuoi essere un clone/ o vuoi essere diverso/ La banalità non fa parte del Dna/ e se in gruppo tu porti la tua personalità/ Noi siamo diversi… siamo i diversi”. Lo cantano “matti”, studenti e infermieri, tutti insieme, appassionatamente.













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