E' morto padre Fabrizio Forti, il frate degli ultimi
Fondatore della mensa dei poveri e cappellano del carcere, avrebbe compiuto a giorni 67 anni
TRENTO. E' morto all'improvviso, la scorsa notte nella sua stanza al convento di Trento, padre Fabrizio Forti, frate cappuccino, cappellano del carcere di Trento e fondatore e anima della mensa dei cappuccini che dal 2000 offre ogni giorno centinaia di pasti ai poveri e che si fonda su una macchina di 400 volontari. Avrebbe compiuto 67 anni il 20 ottobre. Padre Fabrizio era molto noto in Trentino per il suo impegno di cappellano della casa circondariale di Lamar, a pochi passi dal sobborgo di Gardolo dove era nato nel 1949 e dove probabilmente si terranno i funerali.
Dal percorso ventennale al convento di Segonzano, che anche grazie a lui era diventato punto di riferimento in val di Cembra, all'esperienza di Valle Aperta a metà degli anni '80 per i malati psichici, Fabrizio Forti era molto conosciuto e apprezzato anche in valle di Cembra, esponente di una Chiesa che si occupa degli ultimi e che apre le porte, colonna di un volontariato trentino con cui ha condiviso la sua vita.
Lo ricorda con affetto il vescovo Lauro Tisi: “La scomparsa di padre Fabrizio Forti ci addolora molto. Con lui se ne va prematuramente una colonna di quella Chiesa capace di incarnare il Vangelo dei poveri e il volto misericordioso di Dio”. “Padre Fabrizio – aggiunge monsignor Tisi – si è speso per restituire dignità alle persone, fossero piegate dall'indigenza o condannate al carcere. Ha narrato un Dio che non emette giudizi, ma si prende cura di chi fa più fatica. Dio lo ha chiamato durante il Giubileo della misericordia, quella che lui ha esercitato per tutta la vita con fede tenace. Prego perché le opere e le idee dell’amico Fabrizio possano continuare a portare frutto”.
L'ex governatore, oggi deputato Lorenzo Dellai: "La testimonianza coerente ed esemplare di Padre Fabrizio - come quella di don Dante, suo maestro - ci interroga tutti con durezza e ci toglie ogni alibi, come cittadini e come classe dirigente. Ripartire dagli ultimi non è uno slogan ma una condizione per vivere i valori della fede - per chi ne ha il dono - e per servire il bene comune. Abbiamo tutti un grande debito verso Padre Fabrizio e verso quanti come lui tengono vivi e realizzano i principi di umanità e di solidarietà in questo tempo di grandi smarrimenti".