Due nidi affidati a Parma parte il ricorso al Tar

Decisione congiunta dell’associazione Rosmini e della cooperativa Bellesini Educatrici e operatrici sul piede di guerra: non vogliamo essere strumentalizzate


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. La decision è stata presa all’unanimità: contro l’assegnazione della gestione degli asili nido Rosmini e di Marco alla Pro.ges di Parma verrà presentato un ricorso al Tar. Tutti d’accordo i componenti del cda dell’associazione Asilo infantile Rosmini, presieduta da Marco Daicampi, e della cooperativa Bellesini che si sono riuniti in seduta urgente e straordinaria. E scendono in campo anche le sedici educatrici ed ausiliarie della cooperativa Bellesini che, amareggiate, tuonano «non vogliamo essere strumentalizzate da nessuno. Lasciateci lavorare in serenità».

Marco Daicampi, così come la Bellesini «pur consapevoli dell’onerosità economica del ricorso per due strutture a natura volontaria e sociale» parlano di «seria e fondata preoccupazione. Le motivazioni che sostengono tale scelta sono comunque legate alla consapevolezza di voler continuare a garantire ai bambini e ai genitori un servizio qualitativamente apprezzabile, gestito secondo principi e valori condivisi con le famiglie di cui, soprattutto l’associazione Asilo Rosmini, è diretta espressione. Inoltre si vuole poter offrire ai bambini la tanto acclamata “continuità educativa” che perderebbero nel caso del subentro di questo nuovo gestore vista l’intenzione espressa dalla maggioranza del personale di non accettare l’offerta di lavoro della cooperativa parmense».

Come riportato nei giorni scorsi dal Trentino l’ati Rosmini-Bellesini ha perso la gara d’appalto per la gestione dei nidi di Rovereto e di Marco: se dal punto di vista economico (Pro.ges ha offerto un ribasso di circa il 10% rispetto a quasi la metà dei roveretani) l’offerta è stata perdente, il progetto educativo-pedagogico Rosmini e Bellesini è risultato di gran lung ail migliore con 62 punti rispetto ai 52 della concorrenza. Ma a fare la differenza è stato l’aspetto economico. «Siamo amareggiati - dicono l’Associazione Rosmini e la Bellesini - per un procedimento che non ha premiato l’impegno e la qualità che si volevano garantire alle famiglie utenti dei servizi».

Impegno e qualità ampiamente riconosciute alle educatrici e ausiliarie della Bellesini. Marika Bertolini e alcune colleghe («ma parliamo a nome di tutte e 16») esprimono il forte disagio in primis nei confronti del Comune: «I genitori sono stati rassicurati dal Comune che il personale avrebbe accettato il nuovo datore di lavoro, senza però dare un’informazione chiara alle famiglie rispetto al fatto che lo stesso Comune aveva chiesto delle giustificazioni alla Pro.ges e ce quindi non era ancora deliberato definitivamente l’aggiudicazione della gara. Ci chiediamo: perché metterci in difficoltà? Nessuno dalla Pro.ges si è fatto sentire con noi, non ha preso contatti: perché? Perché ci è arrivata la comunicazione firmata dal dirigente dell’ufficio istruzione e non dalla Pro.ges per un incontro lunedì sera in Comune con la cooperativa parmense? La situazione per noi non è chiara e nascono molti interrogativi: perché il Comune si è fatto da tramite? Che serietà può dare la Pro.ges?» affermano amareggiate.

Le operatrici della Bellesini lo affermano a chiare lettere: «Non siamo disposte a svendere la nostra professionalità. Con la Bellesini siamo cresciute dal punto di vista professionale e lavoriamo bene: garantire un livello di formazione elevato costa e la Pro.ges con un ribasso del 10% che garanzie può dare sotto questo aspetto? Abbiamo visto sia per il nido di Rovereto che per quello di Marco quanto è l’impegno della cooperativa Bellesini e dell’associazione Rosmini, che dimostra quanto è important eil volontariato, per aiutarci ad offrire qualità all’utenza. Una qualità che vogliamo aumentare con l’apertura tutti i sabati mattina e i pomeriggi fino alle 19.30 per andare incontro alle esigenze di chi lavora». Infine un messaggio chiaro: «Non vogliamo essere strumentalizzate da nessuno, nessuno si permetta più di alludere che il personale passera a Pro.ges (nessuna è stata contattata), lasciateci lavorare in serenità per garantire la qualità educativa che abbiamo sempre dimostrato».

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