Due commissioni per tagliare le paghe

Indennità, Dorigatti polemico: «Troppe proposte, ci vuole una regia unica»


Luca Petermaier


TRENTO. C'è chi annuncia tagli e riduzioni ai costi della politica con proposte mirabolanti, di sicuro interesse mediatico ma dubbia operatività pratica. E c'è chi, invece, una proposta concreta la deve mettere sul tappeto per forza dato il ruolo che riveste. Come Bruno Dorigatti, presidente di quell'assemblea politica alla quale 5 mila trentini oggi chiedono un sacrificio economico in tempo di crisi.

Mica facile sedere su quella sedia oggi. «La gente mi ferma per strada e mi dice che le cifre indicate dal vostro giornale non bastano. Che bisogna tagliare di più e io, in tutta onestà, mi sento a disagio».

L'ex «Robin Hood» della Cgil ora veste lo scomodo abito del (vero o finto) privilegiato dalla politica con - in aggiunta - l'onere di dover arrivare per forza ad una proposta concreta e fattibile di riduzione delle indennità, pena la gogna mediatica e pubblica. «Gli altri - dice - possono concedersi il lusso di buttare lì una proposta sul giornale e poi farsi belli davanti ai cittadini. Io invece una proposta la devo concretizzare per forza. E sapete cosa vi dico? Io un'idea di come muovermi me la sono fatta».

Bruno Dorigatti pensa ad una doppia commissione - politica e tecnica - che in tempi brevissimi (massimo metà settembre) sia capace di fare una sintesi della miriade di proposte giunte o che stanno per giungere sulla sua scrivania. «Non possiamo permetterci - spiega il presidente del consiglio provinciale - di procedere in ordine così sparso. E' necessario sedersi attorno ad un tavolo ed elaborare un testo unificato con l'ausilio anche dei tecnici perché la materia è complessa. Una volta che dalla commissione esce una proposta chiara essa potrà essere discussa nei due uffici di presidenza (dei consigli di Trento e Bolzano) e poi approdare in consiglio regionale, l'organo che la competenza per intervenire sulle indennità dei consiglieri e sulle altre voci che compongono la busta paga».

Nei giorni scorsi Dorigatti ha avuto modo di telefonare al collega altoatesino Minniti trovando una sostanziale disponibilità. «Per iniziare a lavorare, però, è necessario attendere anche la presidente del consiglio regionale Thaler che in questo momento è in ferie. Inoltre - precisa Dorigatti - io sono del parere che in questa commissione dovranno sedere sia il presidente Dellai che Durnwalder benché, in questi giorni, il presidente altoatesino abbia in più occasioni manifestato la propria contrarietà a riduzione della propria busta paga».

In questi giorni Dorigatti se n'è stato alla finestra, ma lo spettacolo che ha osservato non gli è piaciuto granché. «Intendiamoci - dice - non è che io sia contrario alla riduzione dell'indennità, anzi. Però c'è in giro troppa confusione. Se riduciamo la paga del 10%, poi togliamo i rimborsi chilometrici, poi dimezziamo gli stipendi di chi ha un reddito diverso da quello di consigliere va a finire che la politica la farà solo chi se lo può permettere economicamente».

E allora prima di essere risucchiato in un vortice di proposte «buttate lì dai partiti» senza capo né cosa, senza un ordine o una gerarchia delle priorità, Dorigatti mette le mani avanti: «Io ci sto ai tagli. Facciamo queste due commissioni ed elaboriamo subito un testo serio e condiviso, anche con le opposizioni. Io ce la metterò tutta, ma sui tempi non dipende solo da me».













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