Divorziati, i nuovi poveriA Trento nasce una casa di accoglienza
La sta costruendo il Villaggio sos per quei genitori separati che non riescono a sostenersi da soli
TRENTO. Una casa per genitori separati con figli. Sta sorgendo in via dei Giardini a San Donà per iniziativa del Villaggio del fanciullo. L’idea è quella di realizzare una struttura che ospiti mamme o papà che vivono da soli con uno o più bambini e che non hanno le risorse economiche per pagare l’affitto. Il cantiere per la costruzione della casa è già a buon punto.
Il costo previsto è di due milioni di euro. Soldi che serviranno a ristrutturare una palazzina già esistente. Al Villaggio Sos, come spiega il presidente Giuseppe Demattè, hanno pensato a un’opera del genere partendo dall’esigenza di tutelare i bambini che spesso sono le prime vittime del naufragio di un matrimonio o del disagio di una madre o di un padre che devono educare dei figli senza il sostegno di un partner: «Il progetto lo abbiamo pensato per il bene dei bambini. Noi accogliamo i minori insieme ai genitori. Così, quando la madre o il padre sono al lavoro, i bambini sono ospiti delle nostre strutture educative. E quando i genitori tornano a casa, possono passare il resto del tempo con i figli». Insomma, una sorta di assistenza tutto campo, che va dall’ospitalità fino alla cura dei bambini nelle ore dopo la scuola.
Il progetto prevede la costruzione di 8 appartamenti. Due alloggi sono composti da due stanze, più sala e cucina, mentre gli altri sei sono miniappartamenti. «Le case più grandi - spiega il direttore del Villaggio Sos Giovanni Odorizzi - sono destinate a ospitare un genitore con due o più figli, mentre le altre sono per un genitore e un figlio». La nuova casa va incontro a un’esigenza che è sempre più sentita nella società odierna, con il crearsi di una fascia di disagio piuttosto estesa tra persone che, pur lavorando, non riescono a dare sicurezza ai propri figli. Spesso questa situazione nasce proprio dal naufragio del matrimonio. Il divorzio può diventare causa di un impoverimento repentino, con una mamma o un papà che perdono la casa e devono affrontare spese non indifferenti per alloggio, ma anche per la baby sitter.
La nuova struttura del Villaggio Sos, come spiega Odorizzi, mira a tamponare il problema: «La nostra casa servirà a ospitare mamme, o anche papà, che devono far crescere da soli dei figli. Non si tratta di persone necessariamente separate. Possono essere anche ragazze madri o altro. Noi cercheremo di dare una mano a quelle persone che non ce la fanno a tirare avanti da sole. Ormai le spese di affitto a Trento sono diventate molto alte. Per non parlare di tutte le altre spese che deve affrontare un genitore da solo. Spesso non sa a chi lasciare i figli mentre lavora, magari non può portarli a scuola perché a quell’ora è già impegnato. Il nuovo modello di accoglienza a cui abbiamo pensato risponde a tutte queste esigenze. I bambini andranno a scuola o all’asilo, come già accade per quelli che ci vengono affidati dal Tribunale dei minori. Poi saranno seguiti dalla nostra struttura e, alla sera, al ritorno dei genitori, potranno tornare nei rispettivi appartamenti. In questo modo possono rimanere nella famiglia d’origine anche quando c’è una situazione di disagio».
La struttura è stata finanziata dalla Provincia. Le famiglie monoparentali, in termine tecnico si chiamano così, dovranno essere segnalate dai servizi sociali. Il sistema di finanziamento è uguale a quello per gli affidi dei bambini al Villaggio Sos: gli enti gestori dei servizi sociali, ovvero i comuni di Trento e Rovereto e i Comprensori, pagheranno una retta per l’ospitalità