Disservizi ferroviari, la Provincia di Trento vuole disdire il contratto con Trenitalia
Sul tavolo le possibilità di ''creare una società mista con la nostra Trentino Trasporti, come in altre Regioni italiane, o anche di dare la gestione interamente in mano alla Trentino Trasporti''
TRENTO. ''Causa i numerosi disservizi per le ferrovie locali della scorsa settimana abbiamo avviato una richiesta di chiarimento con Trenitalia e ci prepariamo, in vista della scadenza del 2012 del contratto di servizio, a valutare se rinnovarlo''.
E' quanto dichiarato dal vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore ai Trasporti, Alberto Pacher, dopo la consueta riunione settimanale della Giunta. Come alternative al rinnovo del contratto di servizio Pacher ha messo sul tavolo le possibilità di ''creare una società mista con la nostra Trentino Trasporti, come in altre Regioni italiane, o anche di dare la gestione interamente in mano alla Trentino Trasporti''.
A tale scopo, come ha spiegato, la provincia autonoma ha indicato alla Trentino trasporti di avviare le procedure per acquisire la certificazione ferroviaria. ''Il servizio è sempre più scadente - ha spiegato - e la settimana scorsa - ha puntualizzato- ci sono stati innumerevoli ritardi e soppressioni di treni, in particolare in Valsugana, mentre noi puntiamo a un servizio che incentivi l'uso delle ferrovie. Così non va, dal momento che la Provincia autonoma di Trento spende 15 milioni di euro all'anno per questi treni, oltre ad avere investito per interventi strutturali 50 milioni di euro negli ultimi dieci anni''.
In merito ai disservizi Pacher ha scritto all'amministratore di Rfi-Rete ferroviaria italiana, societa' del gruppo Ferrovie dello Stato, per sollecitare maggiore qualità nella gestione e nella manutenzione della rete provinciale, in particolare per quanto riguarda la linea della Valsugana. Il vicepresidente della Provincia autonoma ha ricordato che si era partiti con un nuovo orario lo scorso dicembre che prevedeva l'accorciamento dei tempi di percorrenza tra Trento e Borgo grazie ad alcuni lavori conclusi nella stazione di Levico.
''Evidentemente calcoli non appropriati del gestore della rete - ha sottolineato - hanno avallato un orario che alla prova dei fatti, specie sui treni del mattino in arrivo a Trento, fatica a essere rispettato. Nel corso dell'estate inoltre - ha aggiunto - Rfi ha deciso di spostare a Verona il Dco (in pratica il centro di comando che dirige tutta la circolazione). Non avevamo potuto opporci a scelte aziendali, ma non si puo' fare a meno di notare che dall'estate scorsa lo spostamento ha solo nuociuto alla regolarita' della circolazione''.
''Di fronte alle soppressioni e ai ritardi la Provincia applica senz'altro le penali - ha concluso Pacher - ma non va sottaciuto che si tratta di strumenti di portata ridotta, ne' la Provincia ha strumenti contrattuali verso il gestore-manutentore della rete Rfi. Se da un lato non pensiamo di fare quanto fatto in alcune Regioni (dove si e' assistito a vere e proprie denunce contro FS per interruzione di pubblico servizio) non significa che l'interesse pubblico alla regolare mobilità dei cittadini non sia gravemente turbato''.