Dirigenti, norma svuotata: tagli rinviati a modifiche dei contratti
TRENTO. Il taglio allo stipendio dei dirigenti trentini, annunciato in pompa magna un mese fa dal governatore Ugo Rossi presentando la Finanziaria, all’atto pratico si rivela tutto in salita. E della...
TRENTO. Il taglio allo stipendio dei dirigenti trentini, annunciato in pompa magna un mese fa dal governatore Ugo Rossi presentando la Finanziaria, all’atto pratico si rivela tutto in salita. E della norma inserita nella manovra (articolo 23, comma 2), che quantifica nel 40% del premio di risultato il contributo di solidarietà chiesto alla classe dirigente provinciale, alla fine risulterà molto svuotata. Tutto sarà rinviato all’Apran, l’agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale, dove le parti (Provincia e sindacati) discutono i contratti di lavoro.
«Quale contributo all’esigenza di contenimento delle spese per il personale delle amministrazione pubbliche, i fondi per la retribuzione di risultato... per il triennio 2015-2017 sono ridotti del 40% relativamente alle aree della dirigenza e segretari comunali del comparto autonomie locali, e della dirigenza dei comparti sanità e ricerca. Per i dirigenti del comparto scuola la predetta riduzione è applicata per il triennio a decorrere dall’anno scolastico 2014-2015», recita ad oggi il secondo comma dell’articolo 23 che sarà emendato dalla giunta.
In legge resterà un articolo che rimanda all’Apran la definizione del sacrificio sugli stipendi, in questo momento difficilmente quantificabile sul piano finanziario. L’accordo dovrà tradursi dunque in una modifica dei contratti. Dopo l’incontro di martedì sera con i sindacati della dirigenza medica, oggi Rossi incontrerà i rappresentanti dei dirigenti pubblici. «Abbiamo chiesto ai medici - spiega il presidente - l’adesione a un ragionamento che tenga conto dell’eccezionalità della situazione e dei sacrifici che vengono chiesti a tutti, anche a chi ha stipendi più bassi dei dirigenti. L’adesione sarà perfezionata in sede Apran, dove si terrà conto che ci sono operatori costretti a fare di più in termini di lavoro straordinario per sopperire ad assenze. Non si tratta di calare mannaie, questo è un passaggio che ha un valore simbolico prima che economico, aspettiamo un segno di disponibilità. Io stesso ho avuto una riduzione dell’indennità».
Rossi dunque rimanda alla trattativa all’Apran un’articolazione del taglio agli stipendi che tenga conto non solo dell’entità della retribuzione (la giunta ha immaginato di agire per scaglioni di reddito, partendo da una soglia che potrebbe essere di 70 mila euro) ma anche del carico di straordinari che molti medici si sobbarcano. La retribuzione di risultato già oggi rappresenta di fatto un riconoscimento degli straordinari. Per l’assessora alla salute Donata Borgonovo Re «portare al tavolo Apran la trattativa può essere l’occasione per rivedere il sistema premiale dell’Azienda sanitaria e chiedere ai medici una riflessione su questo punto». «Il nostro obiettivo - aggiunge però l’assessora - è comunque anche di recuperare delle risorse. Vedremo in che modo». Dai 10 milioni di gettito inizialmente ipotizzati, la previsione è scesa a 6 milioni. Il rinvio dei tagli al tavolo dei contratti rende più difficile conteggiare le risorse recuperabili. «Forse si poteva prevedere che di fronte ad un annuncio di taglio così netto ci sarebbe stata una reazione forte...», si lascia scappare Borgonovo Re. Oggi nuovo round.
©RIPRODUZIONE RISERVATA