trento

«Devo restituire il bonus di Renzi perché ho preso 25 euro in meno»

La storia di una lavoratrice delle pulizie. I sindacati: «Una vera e propria beffa»



TRENTO. «Quella degli 80 euro per i lavoratori delle pulizie è una vera e proprio beffa». Paola Bassetti della Cgil Filcams e Francesca Vespa della Uil Trasporti aiutano e difendono i lavoratori nel settore delle pulizie e sono a contatto con un vero e proprio dramma nel dramma. «Sono persone che guadagnano, se va bene, 600 euro al mese. Molte di loro hanno preso gli 80 euro perché pensavano di averne diritto, ma poi, a fine anno si sono rese conto che non ne avevano diritto per poche decine di euro, magari perché durante l’anno c’è stato un taglio delle ore di lavoro dovuto alla riduzione degli appalti», dicono le due sindacaliste.

Paola Bassetti spiega di aver assistito almeno un centinaio di lavoratori e lavoratrici in queste condizioni: «A dicembre, quando c’è stato il conguaglio, in molti hanno dovuto restituire il bonus perché risultavano al di sotto del tetto degli 8 mila euro lordi. Io ne ho seguiti almeno un centinaio». Stessa situazione alla Uil, dove Francesca Vespa ha seguito molti casi.

Uno dei casi più estremi lo racconta una donna di 46 anni di Rovereto che fa le pulizie in una grande struttura pubblica: «Io ho dovuto restituire il bonus per 25 euro. Nel 2014 avevo superato gli 8 mila euro lordi. E per questo motivo ho preso il bonus degli 80 mensili anche nel 2015, ma poi c’è stata una leggera riduzione del lavoro. A dicembre, sono arrivata a 7 mila e 975 euro. Per 25 euro ho perso il bonus. Ho dovuto restituire 960 euro perché non avevo guadagnato 25 euro in più. Mi sembra tutto assurdo. Una vera ingiustizia. Ero disperata. Avrei dovuto restituire tutto in un’unica soluzione. Mio marito, per fortuna, lavora, ma non guadagna molto e abbiamo due figli da mantenere. Per fortuna la Cgil è riuscito a ottenere la rateizzazione dalla mia ditta. Così non ho dovuto chiedere soldi in prestito. Altrimenti, sarei stata proprio nei guai».

Ancora più assurda e disperante la situazione di una donna di Trento iscritta alla Uil: «Io ho perso il bonus per circa 600 euro. Sono arrivata a 7.400 euro lordi di reddito. Faccio le pulizie in un ente pubblico e mio marito è disoccupato. Ho dovuto chiedere la rateizzazione anche io della restituzione del bonus. Ho dovuto restituire 960 euro perché si è ridotto il lavoro e l’appalto è stata tagliato. Adesso quei soldi non li ho e devo chiedere alla mia ditta di farmi lavorare di più questa estate. Farò le sostituzioni delle colleghe in ferie, ma non è giusto. Così ci mettono alla fame».

Queste non sono che due situazioni, ma non sono situazioni limite, spiegano le due sindacaliste. «Storie come queste sono all’ordine del giorno - spiega Paola Bassetti - nel settore delle pulizie sono tantissimi i lavoratori che sono leggermente al di sotto degli 8 mila euro lordi. Quindi in molti hanno dovuto restituire il bonus. Io penso che questa sia una vera e propria ingiustizia. Il bonus va previsto anche per gli incapienti. Non è giusto che lo prendano i lavoratori che guadagnano 20 mila euro e non quelli che prendono meno i 8 mila». Francesca Vespa rincara la dose: «E’ una vera e propria beffa. Aggravata dal fatto che persone che guadagnano 600 euro al mese devono restituire 960 euro in una volta sola. Una vera ingiustizia».(u.c.)













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