Dellai sferza il Patt «Partito dei trentini? Progetto ridicolo»

L’ex governatore a Rossi: «Il partito del presidente provoca invece di aiutare la coalizione. Basta marcare il territorio»


di Chiara Bert


TRENTO. Il partito dei trentini? «Ridicolo». La coalizione a due gambe, Pd e Patt? «Non sta né in cielo né in terra». Lo stato di salute del centrosinistra? «Mostra segnali di scollamento e di contrapposizione, è venuto meno lo stare insieme per un progetto capace di mobilitare non solo i partiti, ma l’opinione pubblica». Lorenzo Dellai risponde al segretario del Patt Franco Panizza (Trentino di ieri, ndr) e avverte: «Il partito del presidente della Provincia dovrebbe aiutare la stabilità della coalizione, non provocare».

Onorevole Dellai, Panizza dice che il Cantiere civico fa parte del campo democratico mentre il Patt è la gamba autonomista-territoriale della coalizione. È così?

Questa idea della coalizione a due gambe, una nazionale e una locale, è nata probabilmente per interessi di bottega di qualcuno ma che non sta né in cielo né in terra. La nostra coalizione è fatta da forze politiche che sono tutte sinceramente autonomiste e deve fare i conti con due esigenze: dare rappresentanza al territorio ma anche prospettare una idea più generale che vada oltre il Trentino. Perché il Trentino non è un’isola e lo vediamo bene perché ogni decisione presa a Bruxelles e a Roma incide profondamente sulla vita della comunità trentina.

Eppure il Patt si candida ad essere il partito dei trentini...

Ma cosa vuol dire, che chi non aderisce a quel partito non è trentino? È ridicolo. Come si fa a non capire che la difesa dell’autonomia passa per progetti che vanno oltre il contesto locale? Noi siamo un soggetto politico autonomista né più né meno del Patt ma che ha l’ambizione di essere dentro un processo anche nazionale. Per questo speriamo di partecipare a un cantiere democratico nazionale che veda insieme oltre al Pd anche persone, associazioni e realtà che sono di quel campo ma non organicamente del Pd.

C’è oggi lo spazio per un partito blockfrei come il Patt che si allea strategicamente?

Ogni alleanza è fatta per la durata del patto che contrae: vale per il Patt nei confronti del centrosinistra e anche per il centrosinistra nei confronti del Patt. Ma la trasversalità evocata dal Patt mi sembra equivoca: finché il patto politico c’è va esibito e rispettato.

I partiti del centrosinistra sembrano impegnati a darsi battaglia più che a collaborare. La preoccupa?

Voler forzare sullo schema a due gambe introduce nella coalizione inimicizia e instabilità. Ed è molto curioso che questo venga portato avanti dal partito che esprime il presidente della Provincia, che dovrebbe avere interesse a produrre stabilità, non instabilità, a creare legami di collaborazione con gli alleati e non di concorrenza e provocazione. Questa lotta per segnare il territorio, come i cagnolini quando vanno a fare quattro passi nel parco, dà un’idea poco lusinghiera del profilo della coalizione.

Dopo il voto Rossi ha fatto appello a maggiore compattezza e radicamento. Toni diversi, non crede?

Il problema è che gli appelli post voto valgono fino a un certo punto, bisogna lavorare ogni giorno, prima e dopo, per avere una coalizione unita. E bisognerebbe riuscire a far sì che la coalizione sviluppi un’idea di futuro condivisa. Mi sembra venuto meno il senso dello stare insieme per un progetto capace di mobilitare non solo i partiti ma anche larga parte dell’opinione pubblica. Oggi c’è una domanda di partecipazione che non passa più per gli iscritti ai partiti.

Per questo il centrosinistra in qualche caso perde o, come a Trento, arretra?

Il voto ha mostrato la difficoltà di tirarsi dietro parti importanti di opinione pubblica. Ci sono segnali di uno scollamento, di una frammentazione e talvolta anche di una volontà di antagonismo che ha portato a rovesciare situazioni che si davano per scontate.

A Rovereto la partita è in salita. Miorandi ce la può fare?

È una sfida difficile per le contraddizioni che hanno caratterizzato tutte le forze politiche in questi mesi a Rovereto, ma sono convinto che Miorandi può vincerla se parla con sincerità alla sua comunità, dimostrando le buone ragioni della continuità.

Servirà un congresso a breve dell’Upt per decidere la linea politica viste le divergenze evidenti di valutazione dell’esperienza del Cantiere civico?

La proposta del Cantiere è stata deliberata all’unanimità dal parlamentino cittadino Upt, quindi a Trento non esiste alcun conflitto. A livello provinciale c’è invece una discussione in corso che va chiusa in tempi rapidi e nelle dovute sedi. Non mi interessano le forme, ma difendere un patrimonio politico.

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