Dellai: «Riceviamo già meno dei 9/10. Basta sensi di colpa»
Entrate fiscali, il governatore risponde al senatore Tonini. E rilancia il terzo statuto: «La giunta sta preparando una bozza: sarebbe importante se la sottoscrivessero tutti i cittadini, di Trento e di Bolzano»
TRENTO. «I 9/10 già oggi sono solo sulla carta, nella realtà il Trentino riceve già molto meno in termini di risorse fiscali. A sentire certe voci, pare che dovremmo essere noi stessi a presentarci a Roma chiedendo un taglio». E’ secca la replica di Lorenzo Dellai a chi ipotizza di ridurre la quota di 9/10 oggi garantita alla nostra autonomia. Dellai ha indirettamente risposto così al senatore Pd Giorgio Tonini ieri mattina, durante la tavola rotonda sul futuro della nostra provincia organizzata dall’Upt.
L’incontro - coordinato da Paolo Mantovan, caporedattore del Trentino - ha radunato al Centro civico di Cognola (oltre allo stesso Dellai) voci autorevoli delle parti sociali trentine: Arrigo Dalfovo, presidente Acli, Diego Mosna, titolare della Diatec a patron del volley, Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti, Michele Odorizzi, presidente di Cooperazione salute, Lorenzo Pomini, segretario Cisl, Alice Valdesalici, ricercatrice Eurac, Antonino Picciotto, ricercatore Fbk.
Dellai, nel suo lungo e articolato intervento, ha da una parte ricordato che già oggi il Trentino, dalle risorse fiscali, pesca 1,3 miliardi di euro come fondi di risparmio destinati a Roma, dall’altra ha ribadito l’irrinunciabile effetto-scudo oggi rappresentanto dall’Accordo di Milano: «Senza quello come potremmo oggi affrontare una trattativa con Roma?». Insomma, nessun passo indietro. Anzi, Dellai ha invitato i trentini a non cedere a «sensi di colpa»: «E’ colpa nostra se siamo pochi e viviamo in un territorio alpino?», ha detto il presidente toccando il tasto dell’orgolgio. Quello dei pericoli che vengono dall’interno dell’autonomia è stato per altro un tema su cui hanno battuto altri interlocutori, come Dalfovo («») e Odorizzi («»).
Testa alta, dunque, per affrontare una situazione che non ha precedenti in termini di trasformazioni strutturali, ma che secondo Dellai non va affrontata con isteria o ascoltando i «parole false» (grillini?): «I problemi non si risolvono mettendo insieme il mal di pancia di dieci persone».