Dai clienti del Sait 160 mila euro di aiuti al Banco alimentare
Domani mattina i camion dei supermercati consegneranno la merce nel magazzino dell’associazione all’Interporto
TRENTO. Meglio un panettone e uno spumante per sé o una confezione di pasta o caffè per chi non arriva a fine mese? Nella parte finale dell'anno scorso il Sait ha pensato di offrire ai trentini la possibilità di fare una scelta: impiegare i “gettoni” accumulati al supermercato per ottenere prodotti natalizi oppure inserirli in uno speciale salvadanaio all'uscita per sostenere il Banco alimentare. Il risultato si vedrà martedì, alle 10, all'Interporto, dove nei magazzini dell'associazione specializzata nel recupero di eccedenze alimentari i camion del Sait scaricheranno merce non deperibile per 160 mila euro. Una dimostrazione concreta che l'acquisto può essere un gesto anche etico e che facendo la spesa si può dare una mano a chi è in difficoltà.
Il meccanismo dell'iniziativa era piuttosto complesso: dal 23 settembre all'8 dicembre i clienti del Sait ricevevano 1 bollino per ogni 10 euro di spesa. Con un determinato numero di bollini era possibile ritirare un premio, aggiungendo un piccolo contributo: ad esempio, una “salvietta ospite” si poteva portare a casa con 10 talloncini e un euro. All'atto del versamento del contributo, si riceveva un gettone di pari valore, nel nostro caso un euro, da utilizzare per la spesa di Natale (un carnet di prodotti segnalati sugli scaffali) o da destinare al Banco.
Luigi Pavana, direttore del Sait, è entusiasta dell'iniziativa che, dice, è frutto di un'idea maturata all'interno della struttura di marketing: «É il primo anno che facciamo un'operazione commerciale di questo tipo. Quello che emerge è che i trentini, quando c'è una situazione di difficoltà, rispondono sempre: pur avendo i loro pensieri, non dimenticano chi sta peggio di loro. Martedì (domani, ndr) caricheremo nella nostra sede di via Innsbruck 160 mila euro di merce e dopo avere fatto 400 metri la consegneremo al Banco. Ci serviranno almeno un paio di camion pieni di pallet. Per l'occasione abbiamo invitato alcuni ospiti della Federazione Cooperative, della Provincia e del Comune, oltre all'arcivescovo».
Duilio Porro, presidente del Banco alimentare regionale, ritiene che l’iniziativa del Sait sia un esempio da imitare. «Siamo grati all’azienda per la sua sensibilità e ci auguriamo che questa occasione possa dare slancio ad altre realtà per fare lo stesso. Tutto è partito quando i dirigenti Sait hanno partecipato a una convention di catene alimentari in Sardegna. C'era anche il presidente del Banco nazionale, Andrea Giussani, che aveva parlato dell'emergenza alimentare derivata dalla decisione dell'Europa di chiudere i rubinetti dei fondi Agea (i contributi comunitari per gli aiuti alimentari, ndr). Tornati a Trento, hanno messo in piedi questa iniziativa, lasciando libertà alla persona di aderire e a farlo è stato il 10%».
Sulla grande attenzione alla solidarietà della gente trentina Porro non ha dubbi: «Sì, è vero: in caso di emergenza, la sensibilità della popolazione locale è molto forte».
Domani mattina nella sede del Banco regionale saranno presenti alcuni dei volontari che lavorano stabilmente nel magazzino. Ci sarà una breve cerimonia: «Assieme a me interverranno il presidente del Sait Dalpalù e, forse, anche l’assessore Borgonovo Re». Con l’occasione sarà presentato l’incontro del 7 marzo alla Camera di Commercio, dove verranno illustrati i risultati della ricerca sullo spreco alimentare condotta dal professor Perego, del Politecnico di Milano. Ci saranno anche il direttore del Banco nazionale, Marco Lucchini e il prof Folloni della facoltà di Economia di Trento. «Lo studio dice una cosa interessante: che c'è ancora uno spazio di recupero delle eccedenze alimentari. Un invito a realtà come il Banco a mobilitarsi».
Porro ringrazia anche «le 17 persone che ci stanno dando piccole donazioni nell’ultimo periodo: non le conosco, ho trovato le somme sul nostro conto corrente. Grazie anche a loro possiamo svolgere al meglio la nostra attività, raggiungendo 18.500 persone in regione e in parte del Veneto. Sono sempre di più: l’anno scorso eravamo sotto le 18 mila».