IL CASO

Da scuola a casa solo accompagnati? Pasini: «Assurdo» 

La rappresentante dei dirigenti: «Oggi la responsabilità pesa sui presidi». Appello a Rossi: «Servono linee guida»


di Chiara Bert


TRENTO. Tredicenni da scuola a casa solo accompagnati da un adulto, un familiare o un loro delegato. La sentenza della Cassazione che ha affermato il dovere di sorveglianza degli alunni minorenni (superiore alla volontà degli stessi genitori), ha messo in allerta i dirigenti scolastici. «Perché la responsabilità ultima ricade sui dirigenti», ricorda non senza una certa preoccupazione Alessandra Pasini, dirigente dell’Istituto Pilati di Cles e presidente dell’Associazione presidi, «la liberatoria delle famiglie vale quel che vale, la legge dice un’altra cosa. Tutto funziona finché non succede nulla, ma se qualcosa va storto allora qualcuno deve rispondere, un colpevole va trovato».

La sentenza della Cassazione che ha fatto riesplodere il dibattito nasce del resto dal caso di Mario, che 15 anni fa morì, a 11 anni, investito da un autobus appena varcato il cancello della scuola.

«Sarebbe meglio usare il buonsenso e far crescere i ragazzi nell’autonomia - prosegue Pasini - ci sono varie sentenze che stabiliscono che la responsabilità della scuola è proporzionale all’età degli scolari e al luogo in cui si trovano, perché a tutti è evidente che Milano non è uguale a un paesino delle nostre valli. Da tempo nella scuola primaria i bambini all’uscita vengono consegnati ai genitori o a un loro delegato, su questo non ci sono problemi».

Ma se alla primaria non si pone il tema che gli alunni escano da soli, il problemnasce invece alle medie. «Se un dirigente non vuole rischiare nulla e stare in pace dice no, io i ragazzi li faccio uscire solo se qualcuno li viene a prendere - ricorda Pasini, che subito aggiunge: «Lascio a tutti immaginare cosa accadrebbe nelle nostre città, quando parliamo di scuole con centinaia o migliaia di studenti. Verrebbero intasate. Ora leggiamo che la ministra dell’istruzione dice che bisogna cambiare la legge. Io dico che sarà utile che ciascuno, anche la politica, si assuma la propria quota di responsabilità. Oggi un dirigente ci pensa sette volte, e poi, appunto, di solito agisce con buonsenso».

In molti ricordano il caso che fece molto discutere qualche anno fa in Trentino, quando la preside dell’Istituto comprensivo di Civezzano decise di non permettere agli alunni di andare a casa se non accompagnati da un adulto.

«Ho sentito anche altri miei colleghi di altre regioni, e sono preoccupati», racconta Pasini. In attesa che la ministra Fedeli, come annunciato, porti il caso in consiglio dei ministri, la dirigente si augura che anche la Provincia si muova: «Sarebbe importante fare il punto e dare delle indicazioni. Io penso che ci sia il margine per dare delle linee guida che sollevino un po’ i dirigenti dalla responsabilità».

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