Crac Aeroterminal. Poletti libero, anzi no: resta in cella

L'ordinanza firmata venerdì. Il ritardo forse causato dal «braccialetto»



TRENTO. L'ordinanza è stata firmata dal giudice venerdì scorso. Da quel momento Arrigo Poletti poteva far ritorno a casa. Certo non da uomo libero ma con un braccialetto in grado di monitorare in ogni momento la sua posizione e con il divieto di aver qualsiasi contatto con in mondo esterno se non quelli con il suo avvocato, ma comunque poteva lasciare la cella dove è rinchiuso dal 12 settembre dello scorso anno. Ma l'imprenditore coinvolto nel crack Aeroterminal è ancora in carcere. La ragione non la sa nemmeno il suo legale, Renzo Fogliata. Le «carte» sono a posto nel senso che il giudice ha dato il suo via libera e che Poletti ha accettato il limite imposto dal braccialetto che serve soprattutto per scongiurare eventuali fughe. Si pensava che la questione sarebbe stata risolta in poche ore, ma invece sono passati 5 giorni e l'uomo è ancora in carcere. L'ipotesi è che ci siano dei problemi legati proprio al braccialetto e alla sua «gestione», problemi per così dire tecnici. Quello che è certo è che Poletti intanto resta in cella e per lui non è facile. Poletti ha già trascorso più di 13 mesi in cella ma questi ultimi giorni arrivano quasi a pesare di più. Pensava di poter lasciare la cella nel giro di poche ore, invece non è successo. «Sono giornate che diventano snervanti» spiega ancora l'avvocato Fogliata che attende di sapere quando e come si sbloccherà la situazione.
Con Arrigo Poletti il braccialetto elettronico farebbe il suo debutto il Trentino. Si tratta infatti del primo caso in provincia in cui ad un detenuto viene posizionato questa sorta di gps. Il braccialetto in realtà si lega alla caviglia e sarà in grado di segnalare qualsiasi spostamento di Poletti in tempo reale alla questura. L'uomo dovrebbe lasciare la cella per la sua villa in vicolo Cervara dove potrà ritrovare la sua famiglia anche se le limitazioni saranno ancora numerose.

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