il caso

«Conto da 64 euro per il compito a casa»

Arco, tensione tra un gruppo di genitori e scuola media per le richieste di un insegnante: «Basta chiederci soldi»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. Alle medie Nicolò D’Arco è stato assegnato, agli alunni del corso di tecnica di alcune sezioni, un compito a casa alquanto dispendioso. I genitori che insieme ai propri figli hanno provato a portarlo a termine hanno speso 63,90 euro. Un po’ troppo per un compito a casa, un po’ troppo per una scuola pubblica.

Il fatto ha allarmato un gruppo di genitori che non hanno voluto far svolgere ai propri figli il compito assegnato mandandoli a scuola a mani vuote. Nel caso specifico l’impegnativa e costosa costruzione risultava essere quella di un plastico, in compensato, nel quale riprodurre il funzionamento del mulino lungo un corso d’acqua. Da qui lo scontro più acuto, quello fra professore e istituto da un lato e genitori dall’altro. «Gli alunni senza compito - racconta un genitore che si è fatto portavoce del malcontento generale - sono stati sgridati davanti all’intera classe per la decisione presa delle loro mamme e dai loro papà, che però - continua - non si sono visti comunicare nessun rimprovero se non apprendendo il fatto dal racconto dei propri figli».

Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha spinto un genitore a uscire allo scoperto intraprendendo una battaglia contro la scuola, accusato di voler scaricare costi e responsabilità sulle famiglie. Secondo alcuni genitori sono sempre di più gli «aiuti» di cui ha bisogno la scuola, che richiede la continua stampa di materiale cartaceo per lo svolgimento dei normali compiti a casa, oltre a foto e materiale di studio e che adesso impegna gli alunni, e conseguentemente le famiglie, all’acquisto di specifico materiale con il quale realizzare a casa determinati lavori. «Ci vengono chieste continue spese extra - spiega il portavoce dei genitori - Ci fanno acquistare materiali che poi non vengono o sono scarsamente utilizzati, come squadre, matite particolari o scarpe da ginnastica con suola ergonomica».

Spese che il genitore ricorda non essere alla portata di tutti. «Alcuni - racconta - mi chiedono se posso fare io le fotocopie per loro. Ci sono genitori che vanno a farsi stampare foto dai fotografi e file in copisteria perché non hanno la stampante». Nel caso specifico, infine, il genitore evidenzia una colpa ben più grave. «Ci si chiede di fare il compito a casa, in gruppi, sotto la nostra personale responsabilità». Un’operazione che a detta dei genitori non può essere richiesta e accettata.

«Dopo i primi scontri - spiega - ci hanno scritto che il compito, chi non poteva farlo a casa, poteva farlo a scuola, dove però manca l’aula di tecnica, e che erano ammessi materiali di recupero». «Una comunicazione - conclude - che ha fatto infuriare chi aveva già acquistato il materiale precedentemente richiesto dall’insegnante».













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