Consiglieri, scure di Pd e Upt: da 50 a 35
I Democratici: «Tagli anche a indennità e gettoni». L’Unione: «Compensi secondari, rafforziamo le commissioni»
TRENTO. Per una volta Pd e Upt, i due maggiori partiti della maggioranza, convergono: il numero dei consiglieri comunali di Trento va ridotto, dai 50 di oggi a 35 o poco più. Le proposte sono state formalizzate nei mesi scorsi, messe nero su bianco dopo un approfondito confronto interno e rappresenteranno una solida base di partenza in vista del dibattito di maggioranza. Mentre l’assessore regionale Bizzo si appresta a presentare le sue proposte di tagli ai costi della politica (anticipate dal «Trentino» di giovedì, ndr), il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha convocato per martedì prossimo, dopo la seduta di consiglio, la sua coalizione: all’ordine del giorno riforma dello Statuto e del decentramento e costi della politica.
Partito democratico. La proposta approvata dal coordinamento cittadino allargato è articolata in più punti. Per quanto riguarda il consiglio comunale: riduzione del numero dei consiglieri da 50 a 35, taglio del 20% dei fondi destinati ai gruppi consiliari (40 mila euro), riduzione delle commissioni (da 9 a 6). Tagli anche alle circoscrizioni, con la riduzione dei consiglieri da 15 a 11 in quelle sotto i 10 mila abitanti e da 19 a 15 in quelle sopra i 10 mila. Cura dimagrante alla giunta, riducendo i membri da 8 a 6 (con l’auspicio a svolgere l’incarico a tempo pieno, cosa che oggi accade raramente tra gli stessi assessori Pd).
Scure calata anche sui compensi: riduzione del 50% del gettone nelle commissioni (oggi è 120 euro come per il consiglio, vincolandolo alla partecipazione ad almeno tre quarti della riunione), riduzione del 50% dell’indennità del presidente del consiglio e del 20% dei gettoni dei consiglieri , abolizione dei rimborsi viaggio ai consiglieri residenti dentro i confini del Comune. Per le circoscrizioni la proposta prevede di ridurre del 30% l’indennità dei presidenti (un taglio ben più pesante del 6,6% della proposta Bizzo) e del 20% il gettone ai consiglieri (abolito nelle commissioni). «Va fatta una riforma strutturale - avverte il coordinatore cittadino del Pd Vanni Scalfi - ma non toccare il numero dei consiglieri comunali significherebbe perdere un’occasione, soprattutto mentre si prospetta una riduzione dei consiglieri circoscrizionali. I 50 di oggi sono uno sproposito, scendere a 35 vuol dire responsabilizzarli ad un lavoro di maggior qualità, e anche il gettone sarebbe più legittimato». Le resistenze dell’Alto Adige? «Serve coraggio, a Bolzano hanno l’esigenza di tutelare le minoranze, allora si vada ad una distinzione, la Regione non entrerà certo più in crisi per questo».
Upt. La sua proposta l’Unione l’aveva avanzata già un anno fa: taglio del 25% dei consiglieri comunali, che passerebbero a 35 ( al massimo 40), riduzione dei consigli circoscrizionali fino al 30%. «Andare in questa direzione è necessario - spiega il capogruppo comunale Franco Micheli - ma il ragionamento va fatto a livello regionale, tenendo conto per esempio che Bolzano ha meno circoscrizioni di Trento». Sul capitolo compensi l’Upt frena: «Per noi sono secondari. Dire riduciamo il gettone di 20 euro è popolare ma è troppo semplicistico - avverte Micheli - la nostra priorità è una riorganizzazione che consenta di lavorare meglio. Noi siamo per rafforzare le commissioni dando loro una funzione deliberante. A quel punto ridurre il gettone non avrebbe senso».
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