Comuni senza poteri, è scontro
Gios: «Tentativo di centralizzazione». Simoni: «No, cambia il nostro ruolo»
TRENTO. Comuni scippati di competenze? «Non c'è dubbio, è un altro tassello del depotenziamento», attacca il consigliere provinciale del Pdl Rodolfo Borga. La norma inserita a sorpresa nella Finanziaria, che trasferisce funzioni alle Comunità di valle, preoccupa alcuni sindaci dei piccoli Comuni, da Malé a Vallarsa. Si parla di polizia municipale ma anche di custodi forestali. La norma oggetto di scontro è l'articolo 8 della legge Finanziaria approvata venerdì dal consiglio provinciale, in cui si stabilisce che per i Comuni sotto i 3 mila abitanti, il Consiglio delle autonomie potrà (non più all'unanimità ma a maggioranza) individuare d'intesa con la giunta ulteriori competenze da trasferire alle Comunità di valle. Di certo, tra le funzioni che dovranno essere gestite in modo associato, ai rifiuti e ai servizi essenziali si aggiunge la polizia municipale. Una decisione, passata senza clamore tra i tanti articoli della Finanziaria, che ha fatto arrabbiare il sindaco di Malé Bruno Paganini: «Così la Provincia potrà fare il bello e il cattivo tempo, il trasferimento di competenze andava contrattato con i Comuni, tanto più che le Comunità di valle non hanno personale sufficiente per garantire tutte queste funzioni. Altrimenti tanto vale fare un unico Comune».Gli dà manforte il consigliere del Pdl Rodolfo Borga, promotore di un emendamento (bocciato dall'aula) per sopprimere l'articolo incriminato. «Uno dei peggiori di questa Finanziaria, un altro tassello per depotenziare i Comuni», incalza. E attacca anche su un altro punto, l'istituto dell'intesa tra la Provincia e il Consiglio delle autonomie locali, che secondo Borga esce «svilito» dalle modifiche. «Per il parere sulle scelte della giunta non servirà più l'unanimità ma basterà la maggioranza semplice del Consiglio. E in assenza di parere, trascorsi 30 giorni dalla diffida, la giunta potrà decidere da sola». Non si sente scippato di competenze il presidente del Consiglio delle autonomie Marino Simoni, che è anche sindaco di Transacqua, paese sotto i 2 mila abitanti. «Dobbiamo ripensare il ruolo del Comune, garantendo più efficienza a fronte di minori risorse», spiega. «Nessuno vuole espropriare i sindaci, che hanno un sacco di cose da fare. Quella delle Comunità di valle non era la riforma che auspicavamo, è l'esito di una mediazione e ora va valutata in corso d'opera. La gestione comune della polizia municipale, per esempio, è opportuna perché non potevamo avere un territorio a macchia di leopardo. Guai però se qualcuno pensasse di trasformare le Comunità in nuove piccole province. Ma la sfida è in mano agli uomini». Quanto all'intesa tra Provincia e Consiglio delle autonomie, «è lo strumento forte che gli enti locali hanno in mano, ma se non si riesce a utilizzarla serve qualcuno che si prenda la responsabilità di decidere». La pensa diversamente Geremia Gios, sindaco di Vallarsa: «Mi sembra evidente che è in atto un tentativo di centralizzazione e che strada facendo le Comunità di valle si stanno rivelando un modo per togliere competenze ai Comuni. Si pensa, accentrando, di risparmiare, invece si aumenta il potere della burocrazia». Gios cita due esempi. La polizia municipale: «La gestione associata è una grande scemenza. Non a caso in molti sono tornati indietro dopo cinque anni di sperimentazione dei distretti. Il risparmio è nullo». E il trasferimento dei custodi forestali. «Le funzioni che hanno a che fare con l'ambiente sono le meno accentrabili perché si basano su uno stretto legame con il territorio, che va preservato».
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