Comuni, batosta anche per i piccoli

Gilmozzi mette in guardia i sindaci. Ma in Primiero tante poltrone vuote


Chiara Bert


TRENTO. Avviso ai Comuni. Il contributo al patto di stabilità diventerà più pesante e la scure si abbatterà anche sui municipi più piccoli, quelli dai 1000 ai 3 mila abitanti in su che fino a oggi sono stati «esentati» e che in Trentino sono la maggior parte. Dalla giornata dei Comuni e delle Comunità di valle in Primiero, l'assessore agli enti locali Mauro Gilmozzi lancia l'avvertimento. Lo ha fatto ieri in un auditorium per la verità mezzo vuoto.

Non è bastato l'invito del presidente del Consorzio dei Comuni Marino Simoni, «una festa che quest'anno cade in un momento delicato per la vita delle autonomie locali», non sono bastate le proposte messe in campo dalla Provincia per la prossima Finanziaria che incideranno pesantemente sul futuro di Comuni e Comunità di valle. Ieri in Primiero erano circa 120 i sindaci, pochissimi i rappresentanti delle Comunità. Assenze a cui si è aggiunta quella - pesante - del presidente della Provincia Dellai. Tra i presenti, il presidente della Commissione dei 12 Mario Malossini, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e il sindaco di Sovramonte che a nome dei sindaci veneti ha rilanciato la necessità di un forte dialogo anche oltre i confini trentini.

Clima sereno, le parole «responsabilità» e «collaborazione» riecheggiate in tanti interventi. Simoni ha difeso le ragioni storiche dell'autonomia trentina e la capacità di autogoverno dimostrata, aggiungendo che sulla riduzione dei Comuni nessuno si tira indietro purché non ci siano imposizioni dall'alto. Ieri è stato firmato un documento da portare all'assemblea Anci di inizio ottobre per far conoscere meglio la specificità delle Regioni speciali. È toccato all'assessore Gilmozzi entrare nel merito della situazione economica e della Finanziaria che la Provincia sta costruendo.

«Il costo delle manovre nazionali - ha ricordato - grava su tutto il sistema Trentino». E ha lanciato un avvertimento ai Comuni: se nel 2012 il patto di stabilità imposto da Roma (che impone vincoli di spesa per concorrere al risanamento dei conti dello Stato) sui Comuni oltre i 5 mila abitanti peserà per 28,5 milioni di euro, nel 2013 il vincolo sarà esteso a tutti i Comuni sopra i 1000 abitanti e a quel punto il blocco di spesa arriverebbe a 35 milioni di eurom senza che la Provincia possa intervenire in soccorso dei Comuni, «che dovranno fare ancora più attenzione a programmare i propri investimenti».

Intanto, già da mercoledì in Consiglio delle autonomie, i Comuni si confronteranno sul concorso al patto di stabilità per il 2012, e occorrerà definire su quanti saranno spalmati i 28,5 milioni, se tra quelli sopra i 3 mila abitanti (come nel 2011) o se l'asticella si abbasserà, ipotesi a cui guardano con favore i municipi più grandi. Alla frustata che si profila per i bilanci delle amministrazioni occorre far fronte - ha detto l'assessore - rendendo più efficiente la spesa pubblica: «Non toglieremo competenze e potere ai sindaci, ma faremo in modo che almeno gli enti sotto i 3 mila abitanti possano contare su strutture tecniche forti costruite su base sovracomunale coordinate dalle Comunità».

E proprio le gestioni associate - che la Provincia propone per servizi quali tributi, appalti, ragioneria, gestione del personale - sono state un altro tema importante della giornata di Primiero. Bene se le associazioni servono per migliorare la spesa e risparmiare, ma il rischio riecheggiato è che possano diventare un altro livello decisionale in contrapposizione con le Comunità. «Decideranno i Comuni se queste alleanze dovranno essere a geometria fissa o variabile da territorio a territorio», ha insistito Gilmozzi.

Quanto a Simoni, ha annunciato un tour per contattare i sindaci trentini e preparare una «Carta del futuro dell'autonomia» dove sarà presa una posizione sul riassetto dei Comuni da sottoporre alla Provincia. «L'associazione di funzioni tra Comuni è una scommessa», ha detto Dorigatti, che ha anche auspicato una riforma della Regione: «Così com'è non ha futuro, va rilanciata in un'ottica sovranazionale». Mentre per Franca Penasa (Lega), rappresentante delle minoranze, «il principio di sussidiarietà in Trentino non sempre è stato rispettato da una giunta centralista».













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