Ciclabile, scoppia la protesta per l’asfalto

Storo, il consigliere Colò dà voce alle perplessità: «Il tratto fino a Condino è meglio sterrato, apprezzato da biker e podisti»


di Stefano Marini


STORO. La Comunità di Valle ha deciso di collegare tramite ciclabile i vari ambiti (Chiese, Busa di Tione, Rendena e Esteriori), in modo da fornire al territorio uno strumento di mobilità "dolce" e al tempo stesso un elemento di grande attrattività nei confronti dei turisti, che specie dal nord Europa sempre più spesso scelgono la meta turistica in base alla disponibilità di percorsi nella natura su due ruote.

Il progetto prevede di unificare ed uniformare i vari tratti già esistenti, creando raccordi fra di essi e asfaltando le parti in sterrato, per garantire una migliore percorribilità ai ciclisti. E qui sorge il problema.

La parte della ciclabile che si dipana a partire da Storo in località Gac per giungere fino al ponte che conduce al Bicigrill di Condino costituisce un percorso di circa 4 chilometri estremamente suggestivo, visto che serpeggia fra gli alberi del bosco, lo scorrere placido del fiume Chiese, sbalzi di roccia, ponti sospesi e cascatelle d'acqua. La strada si inserisce perfettamente in questo scenario naturale, anche perché interamente sterrata, e anzi questa caratteristica risulta molto apprezzata dai podisti e dai corridori che la frequentano abitualmente. L'idea di portare l'asfalto quindi a molti non va a genio.

A dar voce ai timori di queste persone ci pensa Ennio Colò, consigliere comunale di Storo e "vecchia gloria" della società atletica Valchiese. Spiega Colò: «Premesso che il progetto di una ciclabile unica è un'ottima idea pensiamo che il tratto fra Storo e Condino possa essere lasciato com'è senza nuocere a nessuno, anzi risparmiando risorse. Oggi il percorso è bellissimo, una vera e propria immersione nella natura, frequentato da un gran numero di persone: dalle mamme che portano a spasso i bambini ai podisti che lo scelgono per allenarsi su un fondo più morbido di quello stradale, agli stessi biker che lo apprezzano per la sua natura discontinua e collinare. Asfaltare in questo caso sarebbe un errore, tanto più che il percorso non sarebbe comunque adatto a chi pratica il ciclismo agonistico a ruote strette. Inoltre le andature elevate consentite da un fondo uniforme comporterebbe notevoli rischi, visto che la strada è frequentata e piena di discese e curve cieche».

Colò non si ferma qui ed avanza proposte alternative: «Invece di asfaltare la strada rurale che passa nel bosco e gettare denaro per cambiare una cosa che va benissimo com'è si potrebbe investire sulla realizzazione del sottopasso fra ciclabile e nuovo ponte sul fiume Chiese. Oppure si potrebbe completare la pista nel tratto che va dal cimitero di Darzo alla passerella che conduce al "Grilli" di Storo, due opere che migliorerebbero di molto la fruibilità dei percorsi ciclabili della Comunità, senza danneggiare quello che già c'è e funziona».

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