Chiese, weekend a 13 euro? Quelli che non ci stanno

Emilio Franzoi, albergatore di Bondo: «Difficile fidelizzare la clientela», Bruno Valenti di Bondo: «Concorrenza sleale». E Luzzani: «Si svende il prodotto»


di Ettore Zini


VALLE DEL CHIESE. Che sono tredici euro, per un pernottamento e prima colazione? Niente, a confronto delle spese gestionali di una struttura alberghiera. Emilio Franzoi, titolare dell’omonimo albergo (“Da Emilio”) di Bondo, uno dei paesi del Consorzio turistico della Valle del Chiese, non ci sta. E’ uno dei pochi esercenti che non ha voluto aderire all’iniziativa che promuove le peculiarità della valle ad un costo, a dir poco, “low cost”. Un prezzo, talmente irrisorio per uno dei week end pubblicizzati dall’ente turistico per il prossimo giugno che, non solo ha scontentato alcuni aderenti al consorzio, ma che ha anche irritato gli albergatori dell’attiguo consorzio “Giudicarie Centrali” di Tione.

Bruno Valenti, per esempio, esercente dalla grande tradizione (albergo proprietà, il “Trento” di Breguzzo, 60 posti letto, in attività dal 1960), parla di concorrenza sleale. Che, oltretutto, non porta a niente. Visto che l’offerta dei “confinanti” (il paese di Breguzzo è separato da Bondo solo dalle arcate di un ponte sul torrente Arnò, e appartiene ad un altro consorzio), in termini di promozione, non riesce nemmeno a fidelizzare quei pochi clienti che si riescono ad accalappiare (300 nel 2012, e 230 gli iscritti di oggi). «Anche perché – spiega Franzoi, che non ha aderito, ma non vuole polemizzare – quando poi devono pagare a prezzo pieno, scelgono altre località». L’iniziativa fa discutere. E nonostante le critiche suscitate lo scorso anno, quando i week end erano stati venduti a 12 euro, la proposta è stata nuovamente avallata dal direttivo guidato dal presidente Massimo Valenti. «Un’iniziativa che ci ha dato grande visibilità e che ci ha permesso di chiudere i bilanci con un più 9,9% di arrivi e un più 3,6% di presenze», afferma il nuovo direttore del Consorzio turistico del Chiese Fabio Sacco, ideatore dei pernottamenti. Ma che, già sul nascere, aveva sollevato perplessità. Non trovando consensi nemmeno al suo interno, in strutture di punta come l’hotel Castel Lodrone. Uno degli alberghi più capienti (90 posti letto) che già lo scorso anno aveva bocciato, tout court, la promozione. Bollandola come “politica da territorio in svendita”. Poco adatta ad acquisire nuova clientela.

«Noi abbiamo bisogno di vendere il prodotto per quel che vale – aveva spiegato Ferruccio Luzzani, proprietario dell’albergo, ed ex presidente del consorzio – non di declassarlo, con offerte che giocano al ribasso». I tredici euro chiesti per il fine settimana dell’1 e 2 giugno, dunque, non solo fanno discutere. Ma sollevano dubbi e contrarietà. Minando forse anche le prove tecniche di fusione che, da qualche tempo, sono in atto, tra Chiese e Consorzio di Tione. Due associazioni confinanti. Che, a ben vedere, secondo alcuni operatori, starebbero bene unite. In considerazione, soprattutto, dell’esiguità dell’offerta (15 alberghi in val del Chiese e 8 o 9 a Tione, più alcuni agritur), con peculiarità e territori molto simili. Per di più, con costi gestionali non indifferenti. E l’unione con Tione che vive solo grazie alle strutture di Breguzzo - un tempo associato al Chiese, e poi confluito nelle Giudicarie Centrali - non potrebbe che essere la logica conseguenza di un auspicato progetto di razionalizzazione.













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