Cassa integrazione, più 119%

Gli artigiani i più colpiti, le ore passano in un anno da 448 a 8.250


Luca Pianesi


TRENTO. L'aumento del 119% delle ore di cassa integrazione, rispetto ad agosto 2010, il +40,2% di ricorso a quella speciale, rispetto a luglio 2011, ed il coinvolgimento del settore artigiano che dallo scorso mese ha visto aumentare da 448 a 8.250, le ore di cassa integrazione, sono dati che mostrano i primi, graduali, segnali di cedimento della nostra realtà all'impatto con la crisi.

I nuovi dati sullo stato della cassa integrazione nel nostro paese, mostrano un Trentino che, a poco a poco, si sta uniformando alle medie nazionali. Anche in provincia diminuiscono le ore autorizzate di cassa integrazione rispetto a luglio, ma solo di 15,4 punti percentuali, contro la media nazionale di 29,7%. In particolare, il forte aumento di ore di ricorso a quella straordinaria (+40%) ed a quella in deroga (+169%) hanno conformato la provincia al resto d'Italia dove la quella straordinaria è sempre maggiore dell'ordinaria. E' questo un segnale che gli effetti della crisi, tipicamente fronteggiata con le misure straordinarie, sta colpendo sempre di più anche il nostro territorio. La conferma vinene dal confronto con l'anno precedente: rispetto ad agosto 2010 le ore di cassa integrazione sono aumentate, da noi, del 119%, mentre la media nazionale è diminuita del 24,8%. In totale i lavoratori in cassa integrazione, in Trentino, sono 3.477, contro i 1.582 di un anno fa.

La nostra provincia ha indubbiamente retto meglio all'impatto con la crisi rispetto al resto del paese, ma ora, gradualmete, gli effetti della stessa iniziano a ripercuotersi anche qui. Fino allo scorso mese la provincia di Trento aveva la peculiarità di essere l'unica in Italia ad avere un maggior numero di ore di cassa integrazione nel settore edile (530.555) rispetto a quello industriale (165.587). Ora il dato si è quasi pareggiato: per l' edilizia 316.664 ore e per l'industria 264.404 ore. Ma sono aumentate in maniera esponenziale quelle per il settore artigiano: a luglio erano 448, a fine agosto 8.250. Ed è questa la spia che desta più preoccupazioni. I piccoli lavoratori autonomi sono i più soggetti alle sollecitazioni esterne, alle spinte del mercato ma soprattutto alle turbative nazionali: le quattro manovre del Governo fatte in poco più di un mese, certamente non ha dato sicurezza al mondo del lavoro.













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