«Capitali all’estero, i soldi ci spettano»
Rossi: «Il governo Renzi si era impegnato, non dubito che Gentiloni manterrà gli impegni. Intanto ci tuteliamo»
TRENTO. Il presidente Ugo Rossi è fiducioso che il governo Gentiloni rispetterà gli impegni presi dal governo Renzi con le Province di Trento e Bolzano sul gettito della voluntary disclosure, la norma che consente di sanare la propria posizione a chi detiene attività finanziarie o patrimoniali all’estero non dichiarate al fisco. La procedura della «collaborazione volontaria» è stata attuata due volte, la prima nel 2014 e la seconda con l’ultima legge di stabilità dello Stato, che dà tempo dal 24 ottobre 2016 fino al prossimo 31 luglio per mettersi in regola. Il gettito atteso da questa manovra-bis è stimato per le casse statali in 1,6 miliardi di euro. Per il Trentino l’ordine di grandezza è lo stesso della prima volta, 8-9 milioni di euro, forse qualcosa in più considerando le maglie più larghe della seconda voluntary disclosure.
In totale poco meno di una ventina di milioni a cui la Provincia non intende rinunciare, in tempi di vacche magre per le casse pubbliche, forte anche del pronunciamento della Corte Costituzionale che sul punto ha dato ragione a Sicilia e Valle d’Aosta. La decisione di impugnare alla Consulta il decreto fiscale e il bilancio 2017 dello Stato è stata presa venerdì scorso dalla giunta (Trentino di ieri). Spiega il governatore: «Abbiamo in mano un ordine del giorno approvato dal parlamento con la legge finanziaria con cui il governo si è impegnato a destinare i 9/10 del gettito alle nostre Province, come prevede lo Statuto. Abbiamo sollecitato qualche tempo fa con una lettera ma non ci siamo più visti e scadevano i termini per impugnare. Con Bolzano abbiamo preso insieme questa decisione, prudenza vuole che si utilizzino tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione». Se dunque da Roma finora non è arrivato nemmeno un euro, Trento e Bolzano (la giunta Kompatscher ha impugnato a sua volta) hanno deciso di agire in pressing, affiancando alla trattativa politica un nuovo contenzioso costituzionale. «Dal momento che è acclarato il fatto che nel caso del rientro dei capitali dall’estero non si tratta del gettito prodotto da nuovi tributi, e quindi non ci può essere riserva all’erario - osserva Rossi - non ho motivo di dubitare nel merito che il governo si atterrà agli impegni, così come non dubito dei rapporti con il governo Gentiloni. Ci si siede ad un tavolo e si valuta se servono coperture normative - avverte il presidente - è evidente che un accordo prelude al ritiro dell’impugnativa».
(ch.be.)
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