Cabine telefoniche: la lenta agonia

Telecom pronta a tagliare 80 postazioni. Ma i cittadini possono opporsi


Luca Marognoli


TRENTO. Se chiedete a qualcuno dov'è il più vicino telefono pubblico, probabilmente vi guarderà come foste marziani. E se mai vi capitasse di doverne usare uno, magari per una chiamata urgente, chi di voi avrà in tasca la tessera prepagata Telecom o la carta di credito (funziona anche con quella, ma nessuno lo sa)? Allora non stupitevi se le poche cabine, tra poco, diventeranno ancora meno.

Lo ha deciso l'Agcom, l'autorità garante delle comunicazioni, con una delibera da poco in vigore che ha rivisto i criteri di redistribuzione delle postazioni telefoniche pubbliche su scala nazionale. In Trentino gli impianti sono 601, dei quali 127 nel comune di Trento. Le richieste di rimozione da parte di Telecom sono in corso, e quindi non ancora quantificabili esattamente, ma fonti interne all'azienda prevedono che esse siano dell'ordine di 80 telefoni a livello provinciale e di 3 in città. Ma non è detto che abbiano effettivamente i giorni contati.

La delibera di Agcom, infatti, prevede una procedura che garantisce un diritto di "opposizione" da parte di singoli utenti, associazioni ed enti locali alla rimozione di un apparecchio di telefonia pubblica. Però bisogna tenere gli occhi aperti: se sulla cabina che vi sta a cuore troverete incollato un cartello di avviso, sappiate che è scattato il conto alla rovescia di 60 giorni prima che la postazione sia soppressa. Dall'affissione avrete un mese per manifestare il vostro parere contrario.

Esclusi dal provvedimento sono, comunque, gli impianti telefonici pubblici installati in luoghi di "grande rilevanza sociale" come ad esempio ospedali, scuole, stazioni ferroviarie e centri commerciali.

Ma qual è la ratio di questa misura? Agcom dice di avere tenuto conto dell'effettivo utilizzo degli apparecchi, sempre più ridotto a causa del mutamento delle abitudini degli utenti. I cellulari hanno soppiantato la telefonia pubblica a partire dagli anni Novanta e la loro diffusione è stata talmente capillare che oggi è difficile trovare anche alunni delle elementari senza il telefonino in tasca. Un'indagine dello stesso garante rivela che l'Italia è al primo posto in Europa per numero di apparecchi rispetto agli abitanti, con una postazione telefonica pubblica ogni 450 abitanti, contro la media europea di una postazione ogni 1100 abitanti.

Vi ricordate della cabina Usa dove Clark Kent si trasformava in Superman? O Di quelle rosse che sono uno dei simboli nazionali della Gran Bretagna? Anche oltremanica la razionalizzazione ha colpito duro, ma vi capiterà di vedere i telefoni pubblici anche lungo strade in mezzo alla campagna. Da noi l'apparecchio telefonico è sopravvissuto, ma il "guscio", la cabina, è in via di rapida estinzione, sostituita dalle postazioni en-plein-air.

Solo alcune sono sopravvissute, nel loro arancione schiarito dal tempo: in via Veneto ad esempio ne trovate una accanto alla farmacia, una poco più su, davanti all'ex liceo Galilei e un'altra all'incrocio tra corso Tre Novembre e via Milano. Tre nell'arco di mezzo chilometro. E i gettoni? Scomparsi, pure loro. Se le generazioni native digitali nemmeno li conoscono, chi ha una certa età ricorderà le telefonate per i primi appuntamenti con un sacchetto di monete color bronzo in tasca. Bello pesante.

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