«Bondone, ora o mai più» Tutti vogliono la funivia
Acceso dibattito alla Borsa del Turismo montano. Rigotti (Ts): «L’impianto potrebbe generare un forte indotto». Convinto anche l’assessore Stanchina
TRENTO. Più che «Enigma Monte Bondone», l’incontro che ieri alla Camera di Commercio di Trento ha tenuto tutti per quattro ore incollati alla poltrone, avrebbe potuto chiamarsi «Bondone: ora o mai più». Il dibattito, moderato dal vicedirettore del Trentino, Paolo Mantovan, inserito nelle giornate della Borsa del Turismo Montano, più che una discussione sull’opportunità o meno di collegare la città alla sua montagna, è stata una espressione corale di tutti i relatori (assessori e consiglieri comunali, Trentino Sviluppo, operatori economici, Pro Loco e tecnici) a favore dell’opera.
Ad entrare nel vivo della realizzazione di uno, o più impianti di arroccamento è stato Fulvio Rigotti, vice presidente di Trentino Sviluppo. «Lo studio di fattibilità con i relativi impatti sull’aspetto economico e gestionale era già stato commissionato dalla giunta precedente – ha riferito – ed ora a breve verrà depositato in comune a Trento. L’unico dato che posso riferire qui sono i 30 milioni della parte funiviaria, ai quali c’è da aggiungere tutto il resto. Ne parliamo da sempre, ma perchè oggi quest’opera è tornata di grande attualità? Non solo perché altre esperienze si sono rivelate vincenti (Bolzano, Innsbruck, Pila, Malcesine) ma in questi anni si è modificata la concezione della vacanza. Si tende a voler salire in alto per dominare il paesaggio, secondariamente ha preso grande impulso il turismo su due ruote - Inoltre – ha proseguito il manager di Trentino Sviluppo - occorre pensare che il collegamento a fune con la città porterebbe ad un risparmio di 1 milione di litri di carburante e ad 1 milione di metri cubi di Co2 in meno. Oltre al fatto che si tratta di infrastrutture che generano un indotto fortissimo ed hanno ricadute eccellenti. Se in poco più di un mese siamo arrivati a raccogliere 53 milioni per acquistare Folgarida significa che se c’è la volontà politica i tempi non sono più un problema».
L’assessore comunale Roberto Stanchina morde il freno «Parliamo per sedute intere in consessi civici interminabili, abbiamo fatto piani della mobilità, del traffico, ma queste previsioni diventano vecchie senza che si sia fatto nulla. Mi si dice che ci sono altre priorità, ma devo ancora capire quali».
Il consigliere comunale Dario Maestranzi con delega sul Bondone la prende larga «Dopo aver sentito tutti i soggetti che operano sul territorio siamo arrivati all’idea che dovevamo partire da un documento e abbiamo fatto un bando per dar vita ad un Master Plan che ora è stilato dall’architetto Sandro Oliveri di Milano, una sorta di riordino tecnico e progettuale (costato 25.000 euro). Ma tutto questo gran lavoro di oggi, più quello fatto in passato, non è inserito in nessun piano urbanistico. Impensabile che gli imprenditori del settore si facciano avanti, anche se manifestazioni di interesse pare non manchino, in mancanza di uno strumento urbanistico che lo contempli».
Sulla stessa lunghezza d’onda pur con argomentazioni diverse gli albergatori con Natale Rigotti, la Pro Loco con il suo presidente Sergio Costa, gli operatori del Bondone con Paolo Prada. Morale: che altro manca? Il sindaco Andreatta ha dichiarato in più occasioni che prima vuole vedere il Master Plan, ma alla fine toccherà decidere e prendersi la responsabilità politica di mettere la parola fine, con sì o con un no.