Bondo, un palasport da 3 milioni al servizio di 700 persone
Quasi conclusi i lavori per il palazzetto. Il sindaco replica alle critiche: «Struttura sovradimensionata? Non servirà solamente il nostro paese»
BONDO. Quanto sia sulla bocca di tutti quella palestra polifunzionale da oltre 3 milioni di euro nel Parco Fiana di Bondo, è risaputo tra gli amministratori. Tutti, nessuno escluso, non lesinano critiche per quel finanziamento che ha permesso di realizzare, in un piccolo paese di 701 anime, un centro polifunzionale che, ai più, appare sovradimensionato. Soprattutto, dicono, senza una valenza strategica sul territorio, dato che centri a due chilometri, come Roncone, dispongono di strutture analoghe sottoutilizzate.
Il classico intervento a pioggia di una Provincia che, in tempo di vacche grasse, non ha badato a spese. A essere fortemente convinti della bontà della scelta sono invece gli amministratori del posto. In particolare, il sindaco Giuseppe Bonenti, fino ad ottobre presidente della Conferenza dei sindaci delle Giudicarie, sostituito da Attilio Maestri di Pieve di Bono, dopo le sue dimissioni. Di quella struttura, che «se tutto va bene a marzo sarà pronta» Bonenti, non solo rivendica la paternità (“un fiore all’occhiello del mio mandato”), ma è più che mai convinto della scelta intelligente, per valorizzare il territorio. «Non capisco, dice, perché certe strutture debbano essere costruite solo in certi centri. Noi abbiamo dimostrato con eventi culturali di spessore, come quelli organizzati nella chiesa di San Barnaba come, anche in posti decentrati, si possano attuare progetti a beneficio non solo della gente del posto. Lo stesso sarà per il centro polifunzionale. Di cui ora ci stiamo organizzando per l’utilizzo».
Il centro in questione è una modernissima palestra incastonata lungo le rive del torrente Fiana. Non è mai salita agli onori delle cronache perché nascosta. Lontano dalla via principale, affossata in un avvallamento sotto il cimitero, raggiungibile dalla strada che costeggia il cimitero monumentale di Bondo, dove riposano i caduti austriaci della Grande Guerra. E’ una struttura molto grande. Obiettivamente sovradimensionata per un paesino così piccolo. Il suo costo? Dalla seconda perizia di variante, stilata dal suo progettista ingegnere Christian Giongo di Comano Terme, la spesa finora sostenuta è di 3.120.000 euro: di questi solo 181.672,54 pagati di tasca propria dal Comune, gli altri 2.934.615 dai contributi provinciali sul Fondo per lo sviluppo locale, più 3.712 di spiccioli per l’alienazione di beni immobili di proprietà comunale. Cifra enorme per il bacino di utenza.
E, una struttura che, se non riuscirà a catalizzare fruitori dal circondario, dovrà fare i conti anche con grossi problemi di gestione, dicono i più scettici. Anche su questo punto, però, il primo cittadino è fiducioso. «E’ stata realizzata con tutti i moderni accorgimenti che mirano al risparmio energetico. Quindi credo che non dovremmo avere grosse difficoltà. Tutto però dipende da quante persone decideranno di utilizzare il palazzetto dello sport che, lo ripeto, anche se decentrato, può funzionare». Perché, dice il primo cittadino, se vogliamo che anche i piccoli paesi possano vivere bisogna avere una visione allargata di territorialità.
I lavori sono iniziati il 19 gennaio 2012. Dopo la pausa natalizia, il montaggio dei serramenti e le finiture, poi l’inaugurazione. Alla progettazione vi hanno contribuito: gli ingegneri Christian e Ivan Giongo, e gli architetti Sandro Giongo e Guglielmo Chesi. L’iter è dei primi mesi del 2008. Al suo interno saranno praticabili attività sportive come pallavolo, basket, calcetto, tennis e per gli spettatori sono disponibili più di cento posti. Il manufatto comprende anche ampi spazi riscaldati per attività ludico-ricreative.