Bolzano vara la norma "salva campane"
Troppe proteste dei turisti: la giunta Durnwalder corre ai ripari
BOLZANO. Il rintocco di una campana, il suono dei campanacci e il canto di un gallo: quello che per molti caratterizza la vita rurale in tutta la sua bellezza, per altri è un'odiata fonte di rumore che ruba il sonno già alle prime luci del giorno. Cresce infatti il numero di proteste, anche in sede giudiziaria, contro "l'inquinamento acustico" e così la Provincia di Bolzano è corsa ai ripari con una apposita norma "salva campane e campanacci". Nel prevedere fasce
orarie per l'utilizzo di macchinari rumorosi contro l'inquinamento acustico, si escludono campane e campanacci per il bestiame.
"Siamo inondati di ricorsi contro i campanacci delle mucche all'alpeggio, i canti dei galli e le campane delle chiese,- ha detto il governatore Luis Durnwalder - ma credo che se da un lato si debba tenere conto dei problemi derivanti dall'inquinamento acustico, dall'altro bisogna anche saper rispettare le tradizioni e gli usi di un territorio". Da tempo, infatti, parroci e contadini devono vedersela con le proteste di cittadini e turisti.
Per evitare processi e porre fine al dibattito, la giunta ha ora approvato una apposita norma. "Non possiamo mica strozzare tutti i galli in Alto Adige, solo perché di mattina cantano", ha commentato Durnwalder.
L'assessore provinciale all'agricoltura Hans Berger spiega che "i campanacci fanno parte dell'agricoltura tradizionale che in Alto Adige vogliamo tenere viva. Poi non è che tutte le mucche lo portano, ma solo una o due per mandria". Il campanaccio permette al contadino la localizzazione del suo bestiame anche nei boschi e sugli alpeggi. Secondo Berger, "con un po' di buon senso da parte di tutti avremmo anche potuto fare a meno di questa norma".
Probabilmente tireranno un respiro di sollievo anche i frati benedettini di Gries, a Bolzano. Le campane risuoneranno anche in futuro dal loro antico campanile. Da tempo è infatti in corso una disputa con un gruppo di cittadini che lamenta l'eccessivo utilizzo delle campane che, sulla base di un agognato compromesso, ora però tacciono durante le ore notturne.
Già nel 1995, quando sul banco degli imputati finirono le campane della chiesa parrocchiale di Pozza di Fassa, la procura di Trento stabilì che suonarle alle sei e trenta del mattino per avvisare i fedeli dell' inizio delle funzioni religiose non è reato e non costituisce disturbo della quiete pubblica.