«Basta opposizione sterile, questa volta la sfida è il governo»

Il giornalista Kronbichler guida la lista di Sel e Verdi altoatesini Ma Arisi boccia i candidati al Senato: «Accordo orrido, noi fuori»


di Chiara Bert


TRENTO. Lavoro, laicità, diritti e una politica povera. Sono questi i temi su cui punta Sinistra ecologia libertà, che in queste elezioni politiche si presenta alleata del Pd a sostegno di Bersani premier. Capolista, dietro al leader nazionale Nichi Vendola, è Florian Kronbichler, 61 anni, nato a Brunico, giornalista e scrittore, da sempre vicino ai Verdi sudtirolesi che hanno siglato un accordo con Sel. Un intellettuale sostenitore del dialogo tra italiani e tedeschi, che piace anche a tanta base del Pd e ha ricevuto l’endorsement di Reinhold Messner. E che oggi confessa: «Se mi capita farò il politico e lo farò con umiltà. Cercherò di essere un reporter dal parlamento».

Kronbichler, se Sel farà un deputato lei entrerà in parlamento. È pronto?

«Io di carattere sono portato all’understatement, ma questa volta mi sforzo di crederci. Per uno come me che è sempre stato in minoranza, la novità è che questa volta ci danno per vincenti. E se dovesse andarci bene io sono pronto. Se mi capita di essere eletto farò il politico con umiltà, senza entrare nel club dei politici».

Sel questa volta si candida a governare. Chiedete un voto utile?

«Un voto intelligente per una coalizione che ci offre di vincere».

La vostra alleanza col Pd ha però sancito una rottura con i Verdi nazionali e i Verdi trentini, che stanno con Ingroia.

«Ci hanno accusato di essere opportunisti. Io rispondo che siamo intelligenti, vale a dire che grazie a una legge elettorale che pure non ci piace, oggi abbiamo una possibilità di mandare nostri rappresentanti in parlamento e di governare l’Italia. I Verdi geneticamente non hanno a che fare con la sinistra estrema, perché farci trascinare in questo vicolo cieco dell’opposizione sterile? Noi siamo per una svolta e la vediamo possibile».

Nel vostro programma insistete molto su laicità e diritti. Cosa proponete?

«Io sono cristiano ma ritengo la laicità un principio irrinunciabile. Sui diritti civili l’Italia è molto indietro, occorre recuperare terreno, la Repubblica laica deve emanciparsi dal Vaticano. E questo vale anche per i diritti degli omosessuali, sentir dire nel 2012 che l’adozione ai gay rovinerebbe le famiglie è offensivo. Ma abbiamo bisogno di diritti anche per la nostra autonomia».

In che senso?

«Fino a oggi la nostra autonomia ha tutelato i gruppi linguistici a scapito dei diritti individuali, e questo ha tolto libertà. Il Terzo statuto dovrà tener conto che la nostra società è cambiata».

Se il centrosinistra vincesse le elezioni lo scenario che oggi viene dato più probabile è quello di un’alleanza con Monti. Si rischierebbe di ripetere l’esperienza fallimentare dell’Unione di Prodi?

«Io apprezzo Bersani che difende la coalizione tra Pd e Sel.Il pericolo che si ripresenti uno scenario come quello dell’Unione non c’è perché Sel ha già fatto in questi anni la prova del governo, con Vendola in Puglia, con Pisapia a Milano, Andrea Doria a Genova. Se un domani Monti non sarà più l’imperatore assoluto com’è stato alla guida del governo tecnico, io penso che ci potrà stare, sarà una risorsa».

Emilio Arisi ha definito un «accordo orrido» quello sui candidati del centrosinistra al Senato. Lei è d’accordo?

«Personalmente non vedo niente di immorale. Quello che non posso non rimarcare è però una certa incoerenza di Dellai, questo sì, che dopo un anno di scontro frontale con Monti oggi lo sostiene, un’alleanza di comodo forse per non dover stare nel Pd. Ma così ha fatto un cattivo servizio alla politica».

Ieri sera Sel ha riunito la propria assemblea per decidere l’atteggiamento da tenere al Senato, rispetto alle candidature unitarie di Pd-Patt-Upt. «Sarà difficile sostenere dei candidati (Panizza a Trento e Fravezzi a Rovereto, ndr) messi lì da un accordo orrido - ha detto Emilio Arisi, portavoce e candidato di Sel - un pateracchio dove ci sono i piedi di un personaggio che alla Camera sostiene Monti e aleggia per mantenere un controllo sulla futura gestione della Provincia. Il Pd non ci ha ascoltato o non ha potuto ascoltarci, si è privilegiato l’accordo tra le forze della coalizione provinciale che nulla hanno a che vedere con la nostra alleanza».

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