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«Basta alcol alle 22.30? Per noi è la fine»

Molti baristi e commercianti del centro contro i provvedimenti anti-movida: «Basta far applicare le regole che ci sono»


di Daniele Peretti


TRENTO. Sulle proposte dell'amministrazione comunale per contrastare il fenomeno della movida molesta, non c'è unanimità di giudizio. Anzi se dovesse diventare effettivo il provvedimento che vieta la vendita degli alcolici dopo le 22,30, dicono alcuni, “ci costringerebbero a chiudere. Salviamo la giornata con gli incassi serali – sottolinea Syed Tipu Sultan titolare del Sultan Market di piazza 2 settembre – durante la giornata c'è poco lavoro, ancora meno dopo che la crisi ha fatto i disoccupati; ma l'affitto e lo stipendio di due dipendenti bisogna pagarli lo stesso”.

Verso di lui ci sono delle accuse precise: “ Lo so, però dico che sono qui da poco più di un anno e i problemi in zona ci sono da quindici anni. Controllo i documenti, non vendo a chi è già ubriaco cosa devo fare di più? Ci vuole più polizia”.

Alla Pizzeria Cavour, la titolare Annalisa, non ha dubbi: “Limitare la vendita di alcool sarebbe la fine, potremmo chiudere. Lo serviamo solo a chi prende anche la pizza, poi è chiaro che se il tempo è bello i ragazzi vanno a mangiare fuori. Non serve a nulla, solo a mettere in crisi chi già fa fatica a quadrare la giornata”. Per Aldo Filippo, titolare del Bar Portici di piazza Duomo i divieti non servono a nulla: “Basterebbe far rispettare le disposizioni in vigore, cosa che adesso non viene fatta e quindi come si può pensare che vengano attuati ulteriori divieti ?”. Ma c'è anche in un certo qual modo chi si arrende: “Farò la festa di fine estate, un evento per i giovani che a Trento non hanno nulla, in una villa fuori città così nessuno potrà rompere” - dice Patrizia Laratta dell'Osteria Trentina, che incalza: “Ma il sindaco cosa fa per il divertimento degli universitari? Si è mai chiesto perché a Trento c'è una così alta percentuale di tossicodipendenti? Il paradosso e che vengono a rompere a noi baristi che organizziamo eventi e nulla fanno per gli spacciatori che vendono liberamente droga. Dobbiamo chiudere prima? Vorrà dire che le feste continueranno a porte chiuse”.

La pensa allo stesso modo Mara Florenti del Bar Orchidea di via delle Orfane: “Vogliono spostare i giovani all'Italcementi? Ma hanno pensato che non tutti hanno la macchina e che bisogna organizzare un idoneo servizio autobus?” E sul limite dell'orario di vendita degli alcolici? “Giusto, ci fanno concorrenza prezzi stracciati. Solo che molti giovani già lo fanno, poi lo faranno tutti: andare al supermercato a fare provvista e mettere tutto nello zaino. Non è così facile risolvere il problema.” D'accordo col provvedimento, Luigi Bruni contitolare del Bar Duomo che troviamo nell'edicola tabacchi che gestisce in via Mazzini: “Si deve intervenire. Non ci può essere una libera e incontrollata vendita di alcolici. Un conto sono i bar e tutt'altra cosa le altre attività”.

Infine Walter Botto che, secco, spiega: “Quando organizziamo le serate a tema, l'evento finisce alle 22,30 e un'ora dopo la somministrazione delle bevande: facciamo sempre così”.













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