Banco alimentare, è allarme povertà

Ieri la “colletta” in 350 supermercati, meno donazioni rispetto al passato: «Trentini bisognosi sempre più numerosi»


di Silvia Siano


TRENTO. La povertà ha cambiato volto. Non è più solo quella dei senza fissa dimora o di chi arriva in Italia in cerca di fortuna. È anche quella dei disoccupati, dei cassa integrati trentini e altoatesini espulsi dal mercato del lavoro, ancora troppo giovani per andare in pensione, ma già troppo “vecchi” per ambire a rientrarvi a condizioni dignitose. I nuovi poveri affollano le mense delle strutture caritative, che in misura sempre maggiore aderiscono al servizio di distribuzione di cibo, realizzato dal banco alimentare. Ieri in 350 supermercati trentini è stata la giornata della Colletta alimentare: tanti i trentini che hanno voluto partecipare, anche se alla fine una prima stima parla di diminuzione a doppia cifra dei prodotti donati, altro segnale che la crisi sta mordendo in maniera forte anche in una terra solidale come il Trentino.

«In questo momento - spiega il direttore del Banco alimentare del Trentino Alto Adige Dario Nicolli - serviamo cinquanta strutture caritative che operano a Trento e provincia, assistendo 6371 persone. La prossima settimana inizieremo la distribuzione dei prodotti raccolti con la colletta alimentare e di quelli recuperati attraverso la grande distribuzione organizzata e le aziende agroalimentari». Complessivamente in Trentino Alto Adige, il banco alimentare serve 109 strutture (59 altoatesine) per complessive 13.070 persone (54 sono parrocchie, conventi e Caritas parrocchiali o decanali, 12 sono centri di aiuto alla vita e strutture residenziali per donne e minori, 15 sono strutture residenziali o semiresidenziali diverse dalle precedenti, 4 sono comunità di recupero, 24 sono società di San Vincenzo de Paoli, banchi di solidarietà ed altre associazioni caritative). «Seguiamo anche la zona di Feltre - prosegue il direttore del banco - assistendo 1025 persone e la zona vicentina che va da Grigno a Bassano, assistendo 838 persone».

Dall’inizio dell’attività, nel 2005, i numeri della povertà sono aumentati in modo vertiginoso: su 17 strutture associate in Trentino Alto Adige, erano 4500 le persone assistite, lo scorso anno, al 31 dicembre del 2011, erano 11.855. «È più di una sensazione - continua Nicolli - ma arriveremo ad aiutare 13.500 poveri entro la fine del 2012». Che il problema povertà stia prendendo una piega sempre più drammatica, lo testimoniano i numeri. Se infatti a gennaio del 2011 erano 4624 (di cui 68 avevano bisogno solo di prodotti freschi) le persone assistite a Trento e provincia, ad un anno di distanza erano 5.979 (delle quali 438 solo per i freschi), quindi .1300 persone in più sono scivolate nel dramma della sopravvivenza. «Per citare un esempio - dice Nicolli - all’inizio del 2011 l’associazione Robin Hood di Tione ancora non esisteva, si è costituita alla fine di quell’anno per aiutare 250 persone che in nemmeno un anno sono quasi raddoppiate, arrivando a 401. Le persone che hanno bisogno arrivano da Storo, dalle Giudicarie dalla Rendena».

Buona parte del fabbisogno regionale di cibo viene coperto con la colletta alimentare: ad essere coinvolti nell’operazione 350 supermercati tra Trentino ed Alto Adige, 3500 volontari, per una raccolta di derrate alimentari stimata in 230mila chilogrammi, pari al 28,57%.

Degli 805 mila chilogrammi necessari per sfamare le oltre 13 mila persone bisognose, il Banco alimentare prevede poi di raccogliere 223.380 kg (27,75%) da aziende di produzione di prodotti a lunga, media e breve scadenza e 103.670 kg (12,88%) di prodotti freschi. Infine sono 36.910 (4,58%) i prodotti ortofrutticoli donati dalle Regioni e dal Ministero dell’agricoltura.

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