Ballardini: «Serodoli, critiche ingiuste»
La presidente della Comunità delle Giudicarie: «Nel Piano le nuove piste non ci sono e con Montagnoli non c’entriamo»
GIUDICARIE. Prima le associazioni ambientaliste, poi alcuni Comuni, infine la Sat e i Cinquestelle. Le prese di posizione contro il documento del piano territoriale della Comunità delle Giudicarie, il cui accordo quadro è stato stipulato il 20 gennaio con 26 Comuni, la Provincia e il Parco naturale Adamello Brenta (anche se quest'ultimo si è riservata l'approvavione dopo lo studio di Agenda 21), si sono succedute in questi ultimi mesi.
Ora, la presidente della Comunità Patrizia Ballardini, ha deciso di rispondere attacco su attacco. Lo ha fatto ieri, in un incontro con la stampa, alla presenza anche degli assessori Flavio Riccadonna e Luigi Olivieri (rispettivamente alle opere pubbliche e alle politiche sociali) e del responsabile dell'ufficio tecnico Maurizio Polla. La presidente Ballardini ha precisato prima di tutto che il Piano territoriale è un documento preliminare e per arrivare a stilarlo si sono incontrati 39 rappresentanti di interessi sociali, economici, culturali e ambientali e con loro si sono condivisi i criteri e gli indirizzi che hanno portato all'accordo quadro di programma del Piano territoriale. «In quest'ultimo documento – ha sottolineato Ballardini – non si parla dell'ampliamento delle piste a Serodoli, perché vista anche la forte criticità espressa dal parco Adamello Brenta, abbiamo avviato un ulteriore approfondimento dell'impatto che nuove piste e impianti da sci potrebbero avere in quell'area, commissionato ad Agenda 21. Solo in seguito ai risultati di questo studio, si valuterà se inserire l'ampliamento delle piste da sci».
Ma per la Ballardini, sono molte le inesattezze contenute negli attacchi degli ambientalisti. «Una precisazione va fatta – aggiunge - all'ultima presa di posizione del M5S, dove si oppongono al bacino di Montagnoli (quello previsto per l'innevamento artificiale), quando questa decisione non ha niente a che fare con il Piano territoriale, perché è stata una decisione della giunta provinciale. Va invece chiarito che la Comunità ha svolto le verifiche ulteriori per le nuove piste da sci a Campiglio, su indicazione della Provincia, che nel Pup affida espressamente alle comunità territoriali la competenza». Sulle recenti affermazioni della Sat poi, che considera Agenda 21 un soggetto non terzo, perché pagato dalla Comunità, Ballardini risponde: «Pensiamo di avere seguito un iter che ha coinvolto tutti i soggetti interessati e, anzi, abbiano fatto questa scelta con umiltà, chiedendo consigli al parco Adamello Brenta: è stato quest'ultimo ad indicarci Agenda 21. Preciso inoltre che non sono accettabili nemmeno le critiche sulla mancata informazione ai consigli comunali, perché abbiamo fatto incontri da quando è partito l’iter, nel 2011. Poi, a chi l’ha chiesto, è stato aperto il tavolo di confronto: Legambiente, però ci ha risposto che con noi non parla, mentre la Sat non ci ha mai chiesto un incontro». E del resto, commenta Luigi Olivieri, se avessimo dato retta agli ambientalisti «non ci sarebbero né il Grostè, né lo Spinale».
In definitiva, la Comunità di valle è convinta di aver fatto un lavoro più che mai condiviso. Per quanto riguarda infine i dati portati dalla Sat del calo sotto il 50% degli sciatori, Ballardini risponde che in Val Rendena questa tendenza non si registra, perché i dati dei primi ingressi degli impianti negli ultimi 20 anni dimostrano una tenuta (erano 6.650.748 nel 1994, 8.699.147 nel 2004/2005, 8.393.519 nel 2012/2013). Conclude affermando che se Agenda 21 verificherà che l’impatto sull’area Lago Nambino Serodoli è troppo invasivo, si prenderà atto e si stralcerà il punto dolente.