Avio: campane a tutte le ore, parroco assolto
Suonare le campane ad ogni ora non è reato ma legittimo esercizio di culto. Questo ha stabilito il giudice Corrado Pascucci, assolvendo don Ernesto Villa
AVIO. Suonare le campane ad ogni ora non è reato ma legittimo esercizio di culto. Questo ha stabilito ieri il giudice Corrado Pascucci, assolvendo don Ernesto Villa, parroco di Avio dall'accusa di disturbo della quiete pubblica con la formula «il fatto non costituisce reato».
In altre ere giudiziarie si sarebbe parlato di assoluzione "con formula piena". La vicenda di Sabbionara evita così di trasformarsi in un precedente pericoloso per le parrocchie.
Dunque don Ernesto potrà continuare a suonare le campane all'Angelus e anche all'Ave Maria, mentre rimane scornato Giuliano Fugatti, il quale aveva denunciato il parroco per disturbo della quiete pubblica, promettendo di devolvere l'eventuale risarcimento ad un'associazione laica. Una storia che rammenta le leggendarie schermaglie tra Don Camillo e Peppone, e che di certo avrebbe divertito, se non ispirato, il vecchio Giovannino Guareschi.
Il sacerdote, dopo l'esposto in Procura di Fugatti, avrebbe potuto chiudere la vicenda giudiziaria, ma ha preferito scegliere il dibattimento perchè convinto di poter dimostrare che il suono delle campane non solo fa parte della tradizione ma rispetta i parametri di legge sull'inquinamento acustico. Fugatti, che abita una quarantina di metri dal campanile, riteneva invece che la frequenza dello scampanìo gli negasse il sacrosanto diritto al riposo. Fin dall'inizio la Procura si era dimostrata scettica: il sostituto procuratore Giorgio Valerio Davico aveva proposto l'archiviazione, ma Fugatti aveva insistito. Ieri, nell'arringa conclusiva, il difensore di don Ernesto, l'avvocato Andrea Azzolini, aveva chiarito che suonare le campane può essere incluso nella libertà di manifestazione di culto sancita dal Concordato tra Stato e Chiesa. Il giudice gli ha dato ragione.
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