Aveva tre etti di marijuana, assolto
La difesa ha sostenuto che l’uomo, affetto da gravi malattie, la coltivava per uso esclusivamente terapeutico
TRENTO. Aveva in casa 298 grammi di marijuana e inoltre coltivava tre piante di canapa indiana. Per questo un cinquantenne della provincia di Trento era finito sotto processo per possesso di stupefacenti ai fini di spaccio. Nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza davanti al giudice Carlo Ancona. La Procura ha chiesto la condanna a 8 mesi di reclusione, ma il giudice Carlo Ancona ha assolto l’uomo. La difesa, sostenuta dall’avvocato Fabio Valcanover, avev a chiesto l’assoluzione perché l’imputato, affetto da gravi malattie come Aids, epatite e diabete aveva la marijuana per uso terapeutico. La difesa ha depositato una perizia del medico legale dell’ospedale di Mestre Silvano Zancaner nel quale si sostiene che la marijuana può essere efficace e il suo uso terapeutico ha fondamento scientifico. Per questo l’avvocato Valcanover ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito in quanto avrebbe agito per esercitare un diritto, in particolar modo il diritto alla salute. In Italia finora non ci sono sentenze che hanno rico0nosciuto esplicitamente l’uso terapeutico delle droghe leggere.
La perizia del dotto Zancaner, però, spiega che l’’imputato ha una sorta di dipendenza consapevole. L’uomo assume derivati della cannabis per ridurre gli effetti collaterali dei farmaci che assume per curare le sue gravi malattie. Secondo il perito, l’uomo non avrebbe nessuna finalità voluttuaria, ma solo mira a diminuire gli effetti collaterali dei farmaci antivirali assunti quotidianamente. Secondo Valcanover, quindi, l’uomo ha esercitato solo il suo diritto alla salute.
L’uomo era finito nei guai dopo che un cacciatore lo aveva notato mentre annaffiava tre piante di cannabis, in una zona all’aperto. Il cacciatore ha scattato diverse fotografie e ha inviato tutto alle forze dell’ordine. E’ scattata così la perquisizione a casa sua.
Sono stati trovati in casa sua 17 vasetti di vetro con 298 grammi di droga leggera. L’uomo ha sempre sostenuto che tutta la droga trovata era per uso esclusivamente personale e a scopi terapeutici. L’uomo ha spiegato che aveva deciso di autoprodurre la marijuana anche per questioni economiche, dal momento che non poteva permettersi di acquistarla. In questo modo non è neanche entrato nel circuito odioso dello spaccio. Il giudice Ancona ha tenuto conto di tutto questo e soprattutto del fatto che la droga era ad esclusivo uso personale e poi ha assolto l’uomo.
L’avvocato Valcanover è pronto anche a un’eventuale battaglia in appello e anche oltre, come ha già fatto come quando ha vinto davanti alla Corte Costituzionale la guerra contro la legge Giovanardi che non faceva distinzione tra droghe leggere e pesanti.