Autonomie-governo braccio di ferro sull’intesa
Fibrillazione in Senato sull’emendamento che garantisce nuove competenze a Trento e Bolzano. Rossi telefona a Lotti e Bressa. In serata spiragli di accordo
TRENTO. Giornata ad alta tensione ieri in Senato tra Gruppo Autonomie e governo sulla riforma costituzionale. Sul tavolo del ministro Maria Elena Boschi le richieste dei senatori delle speciali sottoforma di emendamento all’articolo 39 del disegno di legge: la clausola di salvaguardia, che prevede il meccanismo dell’«intesa» per l’adeguamento degli statuti alla riforma, ma soprattutto la possibilità per Trento e Bolzano di chiedere e ottenere nuove competenze (sulla base dell’articolo 116 della Costituzione) senza dover aspettare la riforma dello statuto di autonomia. Portare a casa un risultato subito, dunque, e non rinviarlo a un nuovo Statuto i cui contenuti e tempi restano ancora tutti da scrivere.
Di fronte all’irrigidimento del governo, i senatori trentini e altoatesini, supportati da friulani e valdostani, sono tornati a puntare i piedi e a far pesare i loro voti in un’aula dove ieri la maggioranza, sull’articolo 78 (che assegna alla Camera il compito di dichiarare a maggioranza assoluta lo stato di guerra), è stata soccorsa dai voti di Forza Italia. «Su questi punti noi non retrocediamo - avverte il senatore e segretario del Patt Franco Panizza - dal governo pretendiamo il rispetto degli accordi. Siamo leali ma chiediamo altrettanta lealtà, altrimenti il nostro voto non è scontato».
Avvertimenti che testimoniano di un confronto molto serrata e caratterizzato da continui stop and go. Vista la piega che stava prendendo, ieri il governatore Ugo Rossi ha passato gran parte della giornata attaccato al telefono con i suoi interlocutori romani: «Ho parlato più volte con i sottosegretari Luca Lotti e Gianclaudio Bressa e con il senatore Tonini», conferma, «come Province abbiamo fatto delle richieste, che la riforma del nostro Statuto non sia un mero adeguamento alle logiche della riforma costituzionale ma avvenga su un piano di reciprocità, e che ciò che vale per le Regioni ordinarie in tema di nuove competenze valga a maggior ragione per noi. Questa non è una partita solo politica ma anche istituzionale».
In serata il pressing andato avanti per tutta la giornata tra Roma, Trento e Bolzano, apre spiragli concreti di intesa e sia Rossi che Panizza si dicono «fiduciosi» sull’esito finale della trattativa. Probabile che alla fine l’emendamento sulle speciali avrà vita a sè rispetto all’emendamento del governo che recepirà l’accordo raggiunto ieri dentro il Pd su due articoli, elezione del presidente della Repubblica e norma transitoria per l’elezione del nuovo Senato (articolo 39). Al senatore Giorgio Tonini, vicecapogruppo Pd al Senato, il difficile compito di favorire la mediazione tra autonomie e governo. In serata una testo di proposta dell’esecutivo ancora non c’era. Ma le trattative, si sa, si chiudono spesso all’ultimo.
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