Aperture selvagge, commercianti contro
Fontanari (Unione) spara a zero sulla proposta di liberalizzazione di Bertolini. Sighel (Prc): «Sorriderà solo il Millennium»
ROVERETO. Contro la proposta di liberalizzazione delle aperture domenicali (accogliendo il decreto “Salva Italia” di Monti), decisa dalla giunta Miorandi nella delibera che sarà discussa martedì prossimo in consiglio comunale (per concedere l’apertura di 46 domeniche all’anno), sindacati e Unione commercio e turismo sparano a zero: «Massima contrarietà alla liberalizzazione selvaggia», ribadisce e sintetizza il presidente dell'Uct roveretana Marco Fontanari, «una mazzata per le quasi 800 aziende commerciali a conduzione familiare», bolla il consigliere comunale delle opposizioni Ivo Chiesa (Civica per Rovereto).
Cosa dice in sostanza la delibera Bertolini? Concede la possibilità di aprire le domeniche dal 1 gennaio al 30 settembre, con la possibilità di demandare alla giunta la facoltà di modificare tre domeniche in deroga, spostandole nei mesi di ottobre e novembre in concomitanza di particolari eventi cittadini. Ma questa delibera non piace ai commercianti. Il presidente Marco Fontanari ha inviato un documento all’assessore Bertolini, nel quale ribadisce chiaramente «la nostra contrarietà alla totale liberalizzazione degli orari e delle giornate di apertura dei negozi per nove mesi all’anno». Dopo aver raccolto «l’orientamento prevalente espresso dai nostri associati - illustra ancora Fontanari - , esprimiamo con forza la convinzione che la scelta sul numero e la collocazione delle aperture domenicali debba uscire da un confronto e da un percorso condiviso con le parti sociali e l’amministrazione comunale». Questa condivisione deve trovare «una propria giustificazione e sostenibilità economica soltanto in occasione di eventi, mostre o altri momenti di forte attrazione di visitatori o turisti». Per le piccole e medie imprese roveretane «concedere libertà assoluta di apertura dei negozi non porterà alcun beneficio alle imprese commerciali e contribuirà a creare confusione e disorientamento nella clientela», conclude Fontanari. La dimostrazione è lampante: la scarsa adesione all’apertura di domenica 13 e 20, giornate nelle quali anche i centri commerciali e le grandi superfici di vendita sono rimaste chiuse.
Anche Rifondazione comunista interviene nel dibattito. Il segretario, Mirko Sighel, spiega che la delibera «sorriderà sicuramente il Millenium center, ma i piccoli negozi, soprattutto quelli non di nicchia, pagheranno sulla propria pelle le scelte dell’amministrazione comunale e dell’assessore provinciale Olivi, gran tifoso dell’autonomia sulla carta, della liberalizzazione in casa d’altri e ora buona cinghia di trasmissione degli interessi dei grandi esercizi commerciali». Per Sighel «il Pd è uno dei grandi partiti che sostiene il mercato - conclude - avrebbe dovuto prendersi la responsabilità di tutelare i lavoratori e poi i piccoli negozi». (n.f.)
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