Anziano sacerdote e suo fratello medico truffati dal corista

La Procura ha chiuso l’inchiesta nei confronti di sei persone: avrebbero spillato 180 mila euro a due risparmiatori



TRENTO. Avrebbe approfittato di un anziano parroco che si era fidato di lui al punto di affidargli i suoi risparmi e quelli di suo fratello. 180 mila euro bruciati nel pozzo nero di quella che è stata definita come la truffa dei diamanti. Il pubblico ministero Antonella Nazzaro nei giorni scorsi ha chiuso l’inchiesta nei confronti di sei persone ai quali viene contestato il reato di truffa nei confronti di due anziani fratelli. Il primo di questi nel frattempo è deceduto. Era un parroco originario della val di Fassa che, però, aveva retto diverse parrocchie in val di Non, mentre il fratello, che è ancora vivo, è un medico in pensione che si è affidato all’avvocato Angela Esposito per cercare di recuperare i soldi bruciati nella truffa.

L’avviso di conclusioni delle indagini è arrivato a sei persone. Si tratta di Giampiero Magagni, 62 anni di Trento, Giacomo Ridi, 66 anni originario di Portoferraio ma domiciliato a Lavis, Franco Busetti, 48 anni di Revò, Alessandra Fumanelli, 34 anni di Sabbionara di Avio, Raulo Giovannoni, 49 anni di Pisa, Giacomo Triolo, 49 anni di Ribera, in provincia di Agrigento. Adesso hanno venti giorni di tempo per fornire la loro versione e per farsi interrogare. Ovviamente le contestazioni devono essere provate in giudizio.

Tutto ruota intorno alle società E-Forex , Filia e North Wind financial service. Si tratta delle società al centro della truffa dei diamanti. Il raggiro che ha colpito almeno duecento ignari investitori con un buco di circa venti milioni di euro. L’organizzazione vendeva azioni delle società che avrebbero dovuto avere una miniera di diamanti nella Repubblica Centroafricana o gestire business come il veleno per topi. La E-Forex era la società finanziaria che avrebbe dovuto investire in borsa e sui mercati finanziari i risparmi degli investitori. Però i soldi sono spariti.

Ad avvicinare il sacerdote sarebbe stato proprio Busetti. I due si conoscevano proprio perché Busetti faceva parte del coro del parroco. Per il sacerdote quell’uomo era un amico. Così non ha avuto difficoltà ad affidargli i suoi risparmi e quelli del fratello. Soldi che venivano consegnati in varie tranche in diverse occasioni a partire dal 2006. Come al solito, Busetti aveva prospettato ai due fratelli guadagni crescenti se avessero mantenuto a lungo l’investimento. Così per qualche anno i due non hanno reclamato i loro soldi. Busetti ha preteso di avere prima tutti i documenti degli investimenti e poi non ha restituito i soldi ai due anziani che così hanno dovuto fare denuncia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano