Annega in mare per salvare il figlio di otto anni
Vittima Gino Marchi, assicuratore, pompiere e presidente del Giv di Varone. La tragedia nelle acque di Punta Marina, in provincia di Ravenna
RIVA. Quando la corrente ha trascinato al largo il figlio maggiore, di 8 anni, si è spinto fino a cinquanta metri dalla riva per recuperarlo, ma il moto ondoso, nonostante l’acqua non fosse particolarmente alta, lo ha sopraffatto. Luigi Marchi (ma per tutti era Gino), cinquantenne assicuratore rivano, titolare dell’agenzia Vittoria, colonna del volontariato, presidente della Pro Loco di Varone e vigile del fuoco volontario, è morto così ieri pomeriggio intorno alle 15 nelle acque di Punta Marina, in provincia di Ravenna. La notizia è arrivata in Busa già nel tardo pomeriggio, sconvolgendo la comunità rivana ed in particolare quella di Varone, dove Marchi viveva in via Varoncello.
Gino Marchi era in vacanza con i due figli, di 6 e 8 anni, e con alcuni amici nella località balneare ravennate. Ieri il mare nella zona del bagno Merida era tutt’altro che tranquillo, tanto che dalle postazioni dei bagnini sventolavano le bandiere rosse ad indicare il pericolo. Gino si è portato in acqua a ridosso della riva con il figlio maggiore, facendogli indossare un giubbotto gonfiabile, proprio per evitare brutte sorprese. Con loro anche la figlia di amici. Purtroppo però è accaduto quello che probabilmente Gino non poteva prevedere: la forza delle onde ha trascinato al largo il figlio, fino ad una cinquantina di metri dalla riva. In quel tratto, dove peraltro è in corso l’opera di ripascimento, le acque sono molto pericolose, il varco che si forma tra le due scogliere crea una corrente in uscita molto forte. Una trappola per chi non conosce bene le acque marine.
Una bagnina di Coop Spiagge, intuendo il pericolo imminente, ha cercato di richiamare l’attenzione del cinquantenne con il fischietto, ma con ogni probabilità il segnale non è stato sentito a causa del rumore provocato dal vento e dalle onde. Non appena Gino ha visto il figlio in difficoltà si è tuffato per raggiungerlo, ma all’improvviso è stato travolto dal moto ondoso, nonostante in quel punto l’acqua non fosse particolarmente alta. Immediato l’intervento della squadra di soccorso - in due si sono tuffati, un terzo li ha raggiunti con il pedalò - che è subito riuscita a raggiungere il bambino e riportarlo a Riva, mentre la figlia degli amici è riuscita da sola a raggiungere la battigia. Anche Marchi è stato recuperato e riportato a Riva, ma era ormai privo di sensi: i sanitari del 118, nel frattempo allertati, si sono prodigati a lungo per rianimarlo, ma ad un certo punto si sono dovuti arrendere.
Sul posto, per raccogliere le testimonianze e ricostruire la tragedia i carabinieri della stazione di Marina di Ravenna. La salma è stata trasportata a Ravenna presso la medicina legale: non è esclusa l’autopsia. Al momento si valuta anche l’ipotesi che Gino possa essere stato colto da malore mentre si trovava in acqua. Nel tardo pomeriggio la sorella Sara, ostetrica all’ospedale di Arco, e il fratello Paolo, geologo e insegnante all’Istituto Floriani di Riva, sono partiti per Ravenna.
La morte di Gino Marchi ha davvero toccato il cuore della comunità rivana. Dopo un periodo di lavoro nella cartiera di Varone (dove aveva raccolto l’eredità di papà Livio), aveva deciso di tentare la strada dell’assicuratore, riuscendo in poco tempo ad aprire una propria agenzia, la Vittoria Assicurazioni di viale Trento. Ma era nel mondo del volontariato e dell’associazionismo che Gino Marchi si era fatto conoscere e apprezzare. Da tantissimi anni era attivo come vigili del fuoco volontario nel corpo di Riva del Garda.
Se si parla di associazioni, a Varone Gino Marchi era ormai un’istituzione. Da sette mandati consecutivi guidava il Gruppo Iniziative Varone, la realtà attorno alla quale ruota gran parte dell’attività sociale e culturale del paese: da “Quattro passi in attesa di...”, alla “Sagra della lumaca”, solo per ricordare un paio di importanti eventi organizzati dal Giv. E senza dimenticare tutti i piccoli e grandi appuntamenti culturali che si svolgono nel centro sociale del Pernone e nel parco che lo circonda.
Ora restano solo le lacrime e il ricordo di tutti quelli che a Gino hanno voluto bene.
©RIPRODUZIONE RISERVATA