Anabolizzanti illegali 14 finiscono in manette
L’operazione dei Nas ha coinvolto il personal trainer Piero Forti e body builder noti a livello nazionale. Sequestrate 7.000 confezioni
TRENTO. Anabolizzanti per fare bella figura in campo o in pista (stiamo parlando di atleti dilettanti) oppure semplicemente per avere un fisico asciutto. Un giro d’affari stimato in 300 mila euro in otto mesi con il sequestro di 7 mila scatole di farmaci. Questi i numeri dell’operazione Minotauro dei carabinieri del Nas (il nucleo specializzato nell’antisofisticazione e nella sanità) che si è conclusa dopo 75 perquisizioni, con 14 arresti. A tutti viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti che vanno dalla commercializzazione di specialità medicinali ad azione dopante, esercizio abusivo della professione medica, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute, commercio o somministrazione di medicinali gusti. Per fare questo, i 14 - stando alle accuse che vengono mosse a chiusura dell’indagine coordinata dal pm Davide Ognibene - si erano organizzati con una struttura piramidale in cui i ruoli era differenziati ma comunque coordinati.
Come ha spiegato il comandante dei Nas, il maggiore Costantino Meloni, tutto ha inizio nell’agosto dello scorso anno. Da una parte c’è una direttiva che arriva da Roma e che invita a monitorare il mondo delle palestre e del doping. Dall’altra c’è quella che potrebbe essere definita una segnalazione che racconta di un negozio della città dove oltre ad integratori legali e vendibili tranquillamente, si può avere una consulenza extra. A farla sarebbe - questa è l’accusa, tutta da dimostrare - Piero Forti, preparatore atletico di 59 anni molto noto non solo in provincia ma anche nel resto d’Italia. Lui avrebbe fatto delle vere e proprie diagnosi - pur non essendo medico - fornito delle prescrizioni dietetiche e quindi anche degli anabolizzanti. A rivolgersi a lui decine e decine di giovani e meno giovani, tutti, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa, consapevoli che ciò che veniva ordinato loro, erano anabolizzanti e che quindi potevano avere delle conseguenze pesanti per il loro fisico. Non erano persone che volevano eccellere negli sport che praticavano magari per cercare di fare il salto di qualità dal dilettantismo al professionismo, ma piuttosto persone che volevano faticare di meno per raggiungere l’obbiettivo o che volevano semplicemente un bel risultato estetico. Secondo la ricostruzione che viene fatta dall’atto di accusa gli «uomini forti» erano (appunto) Forti, Seminara e Corbo definiti i promotori della consorteria con Chistè nel ruolo di braccio destro di Forti e quindi Tommasi, con precedenti specifici. Attorno a loro una cinquantina di consumatori che a volte si lamentavano - raccontano le intercettazioni - anche di malesseri legati all’assunzione degli anabolizzanti. Nelle 75 perquisizioni (alle quali hanno lavorato oltre 200 militari) sono state coinvolte varie province d’Italia, da Trento e Bolzano, fino a Napoli e Taranto. Gli arresti, però, sono stati fatti solo qui, a Treviso e in Puglia. Nell’inchiesta sono finiti anche due uomini della guardia di finanza, un carabiniere e un militare dell’esercito ma l’attività illecita non ha toccato il loro lavoro.
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