Allo Sporting iniziano le pulizie

La proprietà interviene ma preme sul Comune: «Decida sul futuro dell'area»


Luca Marognoli


TRENTO. Qualcosa si muove attorno allo Sporting di Villazzano. Chi passa nei dintorni dell'ex glorioso circolo collinare noterà operai al lavoro per dare una ripulita al complesso, dove i campi da tennis sono diventate foreste impenetrabili e gli spogliatoi rifugio di disperati. Un intervento da 20 mila euro, sborsati dai proprietari dell'area, che ora fanno pressing sul Comune: «Decidete cosa farne».
Tutto è fermo da due anni, quando Fabrizio Ferretti, titolare della società immobiliare Trentina Beton Srl di Ospedaletto, venne a Trento per presentare la sua ipotesi di urbanizzazione dei 10 mila metri quadrati del terreno.
L'imprenditore si affidò all'architetto Giuseppe Toffolon, che spiega: «L'idea era di farne una zona totalmente pedonale dove si raggruppassero servizi di vario tipo ad uso dell'intera collina. La nostra proposta conteneva un mix di funzioni da dettagliare in un secondo tempo. Ci premeva impostare un discorso con il Comune in cui venissero definiti i criteri insediativi generali, cioè il modo in cui urbanizzare questo pezzo di terra, che si trova in una posizione strategica. Per farne non un enorme blocco, ma una serie di edifici raccordati con Madonna Bianca. Un luogo dove la cittadinanza potrebbe confluire trovando un centro per il wellness, un ristorante e negozi di vicinato attorno ad una piazza "virtuale" che in paese attualmente manca. L'embrione di un nuovo nucleo collinare fruibile anche dagli altri residenti della zona». Si era pensato anche, per dare una continuità di uso all'area, di collocare delle residenze temporanee per l'Università: «Una foresteria di qualche genere, che garantisse all'area di essere vissuta, dedicata magari ad ospiti come i professori a contatto. Ma era solo un'idea: a noi interessava prima di tutto la funzione, che deve essere sociale e di servizio alla comunità». Per Toffolon il degrado attuale «è purtroppo inevitabile: bisogna che la città si riappropri di questa parte di collina, altrimenti rimarrà terra di nessuno».
Il titolare, Fabizio Ferretti, è stato quasi costretto a mandare gli operai: «Continuano ad esserci zingari che entrano: hanno anche tirato giù i serramenti e trasformato gli spogliatoi che avevamo rinnovato in un laboratorio pieno di immondizia. E' giusto che chi abita nel quartiere abbia po' di ordine. Ora faremo una bella pulizia: taglieremo gli alberi, toglieremo i teloni delle tensostrutture ridotti a brandelli, poi faremo una pulizia generale e metterò in pristino le protezioni. I locali invece saranno murati per evitare che qualcuno ci entri». Quanto al progetto - aggiunge - «era bello e poco impattante, con piccole palazzine e un percorso che univa Villazzano con le torri, ora divise dalla ferrovia». L'obiettivo era di farne «un centro di ritrovo per il quartiere, ma naturalmente eravamo pronti ad accogliere proposte e suggerimenti».
L'imprenditore andò dal sindaco e dalle due Circoscrizioni: «Dissero che era tutto bello, ma che per il momento non era possibile cambiare il piano regolatore. Parlo di due anni fa: da allora non si è mosso più nulla, evidentemente manca una volontà politica chiara. La situazione però è la stessa da dieci anni e io continuo a buttarci dentro soldi in manutenzione: ora 20 mila, ma anche l'anno scorso parecchi per intervenire sulle tubature della piscina e rifare i cancelli. Mi auguro che finalmente sia presa una decisione».
Emanuele Lombardo, presidente della Circoscrizione Oltrefersina, plaude all'iniziativa di ripulitura: «Mi fa piacere che sia iniziata perché così cesseranno le incursioni di nomadi ed extracomunitari», afferma. Ma non approva le volumetrie ipotizzate: «Mi rendo conto che la proprietà fa i propri interessi, ma un indice tre in collina - 30 mila metri cubi su 10 mila metri quadrati - sarebbe fuori da ogni grazia di Dio. Detto questo, se ci fosse qualche servizio come un piccolo negozio di vicinato o un ambulatorio, si può ragionare senza nessun tipo di preclusione».
L'ultimo ad avere avuto contatti con la proprietà è stato l'assessore Paolo Biasioli: «Loro sono venuti a proporre un progetto e noi ci stiamo ragionando. Sappiamo che è una zona strategica, ma visto che è richiesto un cambio di destinazione, bisognerà parlarne in sede di piano regolatore. Il fatto che l'area sia degradata non può essere usata dai privati come arma di scambio con l'ente pubblico. Mi fa comunque piacere se i lavori sono iniziati. Ora serve un'analisi fatta con calma e soprattutto condivisione».

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