Allevamento a Sant’Orsola per conservare la «trota rustica»
Lo realizzano i Pescatori Fersina e Alto Brenta: svilupperà la produzione dell’incubatoio di Caldonazzo I dirigenti dell’associazione: «Vogliamo preservare il patrimonio ittico delle nostre acque»
SANT’ORSOLA. Ha preso il via ieri con la posa di una serie di “picchetti” la realizzazione dell’impianto destinato a garantire e mantenere il patrimonio ittico locale. Protagonista la “Pescatori Fersina e Alto Brenta” con il presidente Sergio Eccel, il vice Andrea Fontanari e numerosi altri collaboratori. L’avvio è stato benedetto da padre Pietro e don Laghi.
La località individuata per vasche e casetta è il “Caspito” a pochi metri dal corso del Fersina con davanti la pista ciclabile della valle dei Mocheni,e alle spalle la strada che scende da Sant’Orsola alla località Clom poco distante. La pista ciclabile collega Canezza a Palù del Fersina passando per la centrale idroelettrica di Sant’Orsola (alla Clom) insieme al compendio artigianale segheria-molino-maglio risalente alla seconda metà del 1700, e alla centrale idroelettrica di Palù. La “stazione” sorgerà in uno slargo della valle e occuperà un’area (sarà recintata) di 4.000 metri quadri. Prevede un piccolo centro visitatori con aula didattica, servizi igienici e deposito attrezzi, ma soprattutto le vasche. La prima (più a valle) è la principale e comprende 10 vasche circolari coperte da tettoia e mascherate con listelle di larice: servirà per gli avannotti prodotti nell’incubatoio di Valscura a Caldonazzo. Una seconda vasca (al centro) divisa in due parti, ospiterà le trotelle di un anno e la terza (più su e divisa in quattro) per le trote fattrici (marmorata, fario e lacustre). L’acqua arriverà alle tre vasche proveniente da un’opera di presa realizzata nel sub-alveo del Fersina che attraverserà un laghetto di depurazione per poi finire nelle tre vasche iniziando da quelle delle fattrici. La qualità dell’acqua sarà così garantita. Dalla vasca più a valle, l’acqua tornerà nel Fersina. A spiegare il tutto, l’ittiologo Lorenzo Betti che ha seguito tutto l’iter.
«In un’area fluviale particolarmente suggestiva - ci dicevano Eccel e Fontanari - sorgerà un impianto che garantirà le fattrici rustiche, patrimonio delle nostre acque dal Fersina a Caldonazzo fino a Lavarone; completerà l’attività del nostro incubatoio a Caldonazzo, eviterà la cattura e la spremitura di trote adulte per fecondarle e non acquisteremo più trote pronta pesca. Il tutto rispettando l’ambiente e le norme provinciali».
Era presente anche il sindaco Damiano Fontanari che ha illustrato la parte amministrativa. L’opera è finanziata al 70% con il Patto territoriale della valle dei Mocheni (spesa totale 271.000 euro); l’area concessa è comunale, l’acqua utilizzata è la stessa che serviva al compendio artigianale alla Clom. L’impianto sarà pronto a primavera.
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