Trento

«Al Mercatino non regni il brulè a fiumi»

L’assessore Stanchina: «In futuro si vada oltre gli aperitivi e i litri di vino. Serve qualità»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Nel fine settimana che vede il loro punto più alto, almeno dal punto di vista delle presenze, dei numeri, è già tempo di bilanci. Parliamo di mercatini natalizi, con quello di Trento a trainare un nugolo di fratellini minori, visto che praticamente ogni località della provincia ne presenta uno. Di mercatini, e del loro possibile futuro, parliamo con l’assessore alle attività economiche del Comune, Roberto Stanchina.

Assessore come vede tutto questo proliferare di mercatini?

«Sono stato a vederne due di alto livello, lo ho fatto in modo ufficiale. Parlo di quello di Bolzano e di quello di Innsbruck. Ai turisti, con l’atmosfera natalizia, i mercati piacciono molto. Vi è un problema, però, soprattutto in ottica futura».

A che cosa si riferisce?

«Alla qualità. Senza quella i mercatini non possono avere futuro. Debbo dire che in giro ci sono delle esposizioni davvero brutte, di bassa qualità. Poco più che banchetti messi assieme senza badare troppo ai contenuti. A Trento si è fatto un lavoro di selezione negli espositori che ci ha portati a diventare un mercatino natalizio di riferimento ma, attenzione, anche da noi vedo delle cose che non mi piacciono in modo particolare».

Che cosa?

«Lo dico subito: non si può diventare un punto di riferimento per l’aperitivo o per il numero di litri di brulè venduto. Aperitivi e vino possono andare bene ma non debbono diventare la nostra nota distintiva. Questo va aggiustato».

La questione di una ventilata gara europea per il mercatino natalizio?

«Se queste sono le regole a noi vanno bene. Ho qualche dubbio che l’aziendina che produce, nelle nostre valli, piccole quantità di formaggi di capra abbia la voglia e le conoscenze per lanciarsi in una gara europea. Guardate che per una azienda con le caratteristiche di essere familiare, o poco più, non è nemmeno uno scherzo lasciare tutto per un mese e mezzo e stare dentro la casetta di piazza Fiera».

Ci ricorda come vengono scelti, attualmente, gli espositori del Mercatino.

«C’è una commissione, con Trento Fiere e con il Comune, tradizionalmente rappresentato dal dirigente più che dall’assessore. Vengono eliminate in primis tutte le cineserie e si va ad una selezione per diversità e qualità della circa 300 domande che ci arrivano».

In futuro questo modo di scegliere potrebbe essere cambiato...

«Per noi, ripeto, non è un problema. Sarà comunque la qualità ad essere trainante, per evitare che Trento finisca nel calderone di mercatini molto simili fra loro, con meno attenzione a quello che espongono. Noi faremo tesoro dell’esperienza».













Scuola & Ricerca

In primo piano