Agriturismo distrutto dall'incendio, maxicausa ai pompieri
Castello Tesino, l'incendio dell'Agritur Kneip Hof sembrava spento, ma è ripartito dopo qualche ora
TRENTO. Quell'incendio all'agriturismo Kneip hof, in località Pontara, in val Malene, a sei chilometri da Castello Tesino, sembrava domato, spento del tutto. Aveva fatto qualche danno al tetto, ma niente di più. Era la sera del 10 giugno 2013. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco volontari della zona e di quelli del corpo permanente di Trento sembrava aver risolto il problema. Purtroppo, però, le fiamme la mattina successiva hanno ripreso vigore e l'incendio è ripartito provocando danni gravissimi, di diverse centinaia di migliaia di euro alla struttura.
Sono passati due anni e mezzo e la proprietaria della struttura, Katia Branda, ha deciso di far causa ai vigili del fuoco volontari, al Corpo permanente di Trento e, quindi, alla Provincia autonoma. Già in precedenza c'era stata una trattativa.
Secondo la proprietaria sarebbe stata commessa una leggerezza dal momento che non era stato messo nessuno a sorvegliare la struttura dopo che l'incendio sembrava spento. Gli stessi proprietari avevano preferito passare la notte da parenti. Così nessuno era presente quando l'incendio è ripartito e le fiamme hanno potuto provocare danni molto ingenti. Il rovinoso incendio ha avvolto in due tempi l'agritur, una prima volta la sera dell11 giugno 2013 e poi la mattina alle 5, l'agriturismo Kneip hof. In un primo tempo, le fiamme avevano danneggiato una parte del tetto, ma erano subito intervenuti i vigili del fuoco volontari di Castello Tesino, Pieve, Samone e Borgo. Nel giro di poche ore avevano domato le fiamme che erano dovute a un surriscaldamento della canna fumaria della stufa a olle. Erano arrivati anche i tecnici del corpo permanente di Trento che avevano controllato con la termocamera. Verso mezzanotte, così, l'intervento si è concluso, ma poche ore dopo, l'incendio è ripartito.
Nell'agriturismo non c'era nessuno perché i proprietari avevano preferito dormire altrove. Così i danni sono stati ingenti. L'agritur era gestito da una coppia di triestini che alcuni anni fa si sono innamorati di un maso (e, come scrivono loro stessi della gente del Tesino) tanto da iniziarne la ristrutturazione (siamo nel 2010) per dar vita all'agritur. L'attività non ha mai riaperto e la famiglia si è trasferita in val di Fassa. Adesso sarà il giudice civile a stabilire se è stata commessa una leggerezza oppure se era imprevedibile che l'incendio riprendesse vigore. Si preannuncia già una guerra di perizie.