Agli asili nido scoppia la rivolta delle mamme
Addio Bellesini, la gestione delle strutture passa ad una cooperativa di Parma: «Disagi per i bambini con un progetto educativo che ancora non conosciamo»
ROVERETO. La premessa è che non viene messa in discussione la gara d’appalto del Comune. La sostanza è che i genitori, ma meglio le mamme, dei bimbi degli asili nido Margherita Rosmini e di Marco non ci stanno. Non ci stanno alla nuova cooperativa (la Pro.ges di Parma) che ha vinto l’appalto per la gestione delle strutture e che dal primo settembre prenderà il posto della cooperativa Bellesini di Trento. Una notizia arrivata a ciel sereno in occasione della festa di fine attività del nido Rosmini e che ha indotto le mamme a far sentire la loro voce contraria. Perché? Le motivazioni sono tante: di carattere pedagogico-educativo ed economico.
Una gara vinta dalla Pro.ges con un forte ribasso tanto che «ci risulta difficile comprendere come potrà essere in grado di gestire un bilancio già molto ridotto» mentre la Bellesini «ci risulta abbia ottenuto un punteggio nettamente superiore nella parte pedagogico-educativa che pesava per ben il 75% della gara» . E proprio sul progetto educativo le mamme puntano molto ricordando che «la Bellesini e l’asociazione Asilo infantile Rosmini, offrono un progetto il cui obiettivo principale è quello di affiancare la famiglia sostenendo ed integrando il compito formativo della stessa. I bambini hanno trovato un ambiente sereno, in grado di soddisfare i loro bisogni fisico-affettivi, la loro curiosità e la loro voglia di sperimentare condividendo con gli altri, bambini ed adulti, giochi ed esperienze». Inoltre c’è la questione «della tanto conclamata continuità: il rischio elevato è che 37 famiglie di Rovereto e 16 di Marco si ritrovino a dover ricominciare da capo il lungo processo di conoscenza reciproca fra genitori, bambini e nuove educatrici. Ebbene sì, è vero che la nuova cooperativa ha offerto alle educatrici e al personale ausiliario ora dipendenti della Bellesini il mantenimento del loro posto di lavoro, ma è anche vero che nessuna educatrice e dipendente è intenzionata ad essere assunta da un ente in cui non si riconosce dal punto di vista del progetto educativo... Inoltre molte famiglie avrebbero voluto chiedere il trasferimento del loro figlio ad un altri nido, ma la decisione del nuovo affidamento non ha permesso di partecipare alle nuove graduatorie».
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