Acciaieria Valsugana, le verità dei medici Isde
Sotto tiro l'emissione di polveri e fumi, i «botti» ed i controlli della Provincia
BORGO. Acciaieria ancora una volta sotto i riflettori per le emissioni di polveri e fumi. A puntare il dito questa volta è stata ValsuganAttiva, associazione appena nata, promotrice martedì sera di un incontro nell'auditrium della Comunità Bassa Valsugana e Tesino. Presenti alla serata, oltre ad un pubblico abbastanza numeroso, l'avvocato Mario Giuliano, difensore dei cittadini riunitisi in una "class action" contro l'Acciaieria ed i medici dell'Isde Roberto Cappelletti, Maria Elena Di Carlo, Piergiorgio Iobstraibizer e Marco Rigo. L'esordio è toccato all'avvocato Giuliano, che dopo aver mostrato una rassegna stampa densa di dichiarazioni rassicuranti da parte dei politici provinciali, ha esibito una ricca sequela di filmati ed immagini che mostrano continue emissioni di fumi e di polveri derivanti dalle scorie di lavorazione. Inoltre, le immagini proposte hanno documentato anche delle esplosioni che si produrrebbero nella fase di raffreddamento dei residui della lavorazione in condizioni di elevata umidità atmosferica. Il legale ha poi rivolto delle critiche al piano d'emergenza esterno dello stabilimento, soprattutto per quanto riguarda i rischi - definiti minimi dalla Provincia - legati alla presenza all'interno dell'Acciaieriza di una cisterna di ossigeno liquido altamente esplosivo e della relativa rete di distribuzione. Infine, sul piano delle emissioni di gas inquinanti, è stato evidenziato dall'avvocato Giuliano come l'Acciaieria immetta nell'atmosfera quantità medie di monossido di carbonio superiori sia ai limiti previsti dalle normative vigenti sia a quelle derivanti dal traffico automobilistico. Nell'intervento successivo il dottor Cappelletti ha affermato che tra i rottami raccolti e fusi dall'industria metallurgica ce ne sarebbero parecchi che conterrebbero elementi sintetici (ad esempio vernici) la cui combustione provoca di per sé un danno ambientale. Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla salute umana, è stato quindi rilevato che «nell'area geografica circostante l'Acciaieria l'incidenza tra gli abitanti della zona di tumori al polmone, al cervello, alla tiroide ed al sangue è maggiore che altrove». «Altrettanto seria - hanno sottolineato i medici Isde - è la situazione dei dipendenti dell'azienda. Dei 22 decessi del personale addetto di cui sono state accertate le cause, quasi il 50% è stato provocato da neoplasie, una media molto più alta di quella provinciale e nazionale». «A dispetto dei messaggi tranquillizzanti più volte lanciati dalla Provincia - hanno sottolineato ancora i medici Isde - secondo una ricerca condotta da un istituto superiore della sanità anche i terreni contengono quantità di metalli pesanti maggiori che in altre zone, mentre nell'aria pare esservi una concentrazione di diossine e particelle ultrafini, particolarmente nocive soprattutto per i bambini, superiore ai limiti di legge». Terminato l'intervento del dottor Cappelletti, il collega Iobstraibizer, dopo aver criticato i metodi di rilevamento seguiti dalla Provincia ha contestato i risultati delle analisi condotte ed ha affermato che «dall'esame di matrici organiche, latte di mucca o trote, condotto da un qualificato laboratorio tedesco è emerso un preoccupante livello di contaminazione in rapporto agli standard previsti da normative nazionali ed europee ed i risultati hanno evidenziato come gli elementi tossici contenuti nei campioni sono gli stessi rinvenuti nei camini dell'Acciaieria».