il caso

A Rovereto buoni pasto contro il racket delle elemosina

La Caritas distribuisce ai cittadini dei cedolini a cinque euro: valgono una piadina e una bibita, per evitare lo sfruttamento


di Giuliano Lott


ROVERETO. L’appello, più volte formulato da chi si occupa dell’assistenza e del supporto ai senzatetto, è di non farsi impietosire da chi chiede la carità e non fare l’elemosina, per non favorire il proliferare di un fenomeno che si sospetta essere organizzato da chi sfrutta gli stranieri e gli indigenti. I quali hanno già a disposizione molti servizi dedicati, come il Cedas della Caritas, e non avrebbero pertanto necessità di ricorrere alla questua per sbarcare il lunario. Ma spesso ha la meglio il buon cuore di chi a far finta di nulla di fronte alla povertà proprio non ci riesce, e davanti alla mano tesa di un africano mette mano al borsellino e scuce sempre qualche moneta. L’intenzione è delle migliori, caritatevole e generosa, ma di fatto incentiva i mendicanti a ripresentarsi in città.

Per arginare il fenomeno, alla Caritas hanno progettato un sistema semplice quanto efficace per scoraggiare chi fa parte (spesso suo malgrado) di un’organizzazione che lucra sulla miseria o chi nella carità trova un sistema per annegarsi nell’alcolismo. Da qualche settimana infatti alla Caritas sono in vendita dei cedolini al prezzo “politico” di cinque euro: chi è animato dal sincero desiderio di aiutare il prossimo può acquistarli e donarli agli accattoni spiegando loro che possono spenderlo da PiadinAmore, la piadineria di via Mercerie.

Presentando il buono pasto, si riceve una piadina e una bibita analcolica o acqua. «In questo modo - spiega Roberto Ferrari della Caritas - chi ha davvero fame coglierà l’occasione per cibarsi, mentre chi pretende denaro - sia per consegnarlo a chi organizza il circuito delle elemosine, sia per acquistare altro (ad esempio alcolici) - viene scoraggiato. Abbiamo stipulato una convenzione con PiadinAmore, che ha aderito volentieri all’iniziativa (altri invece temevano forse il concentramento di accattoni al bancone, ndr.), considerando il fatto che si tratta di un punto di ristoro in centro, ragiungibile con facilità, e anche con orari di apertura molto ampi, in modo da poter sfamare chi ha bisogno quasi a qualsiasi ora».

L’intento è chiaro: scoraggiare, attraverso la diffusione dei buoni pasto, l’accattonaggio - a volte insistente e molesto - organizzato o comunque mirato a finalità diverse dal proprio sostentamento, e permettere a chi davvero soffre la fame di nutrirsi. Per ritirare i buoni pasto ci si può rivolgere alla sede della Caritas, in via Setaioli 3/b, a fianco dell’Opera Armida Barelli. Per informazioni si può chiamare lo 0464 423263.













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