25 Aprile: il sindaco di Trento Andreatta, "pericoloso cancellare la memoria"
"Qualche autorevole commentatore ha invitato gli italiani a disfarsi del peso ingombrante del passato e a eliminare dal calendario le feste più controverse. E' un'idea pericolosa"
TRENTO. ''Per pacificare la memoria del Paese, qualche autorevole commentatore ha invitato gli italiani a disfarsi del peso ingombrante del passato e a eliminare dal calendario le feste più controverse. E' un'idea pericolosa, questa, che nonostante l'apparente intento benevolo, avrebbe conseguenze letali per la nostra Repubblica''.
Così il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, ha esordito nel suo discorso per il 66/o anniversario del 25 aprile. ''Viviamo - ha aggiunto il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti - una difficile fase storica, sociale ed economica. Si tratta di una fase oltremodo complessa e originale, capace di farsi futuro solo nel rispetto dei diritti singoli e collettivi. Infatti, i diritti conquistati con il sacrificio e l'entusiasmo della Resistenza credevamo fossero diritti inalienabili, ma così invece non è'' e aggiunto un invito a non dimenticare, quest'anno, il 70/o anniversario del manifesto di Ventotene, documento ispiratore dell'Unione europea.
Concetti ribaditi a conclusione della cerimonia dal presidente locale dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani, Sandro Schimd), che ha colto anche l'occasione per una riflessione sui referendum, invitando a considerare l'acqua ''un bene pubblico, come l'aria, dunque non privatizzabile'' e a praticare ''una politica energetica sostenibile, che superi il nucleare''. Ha concluso poi sottolineando: ''L'Anpi non è un partito politico, è vero, ma abbiamo un programma: la Costituzione, perché se è in pericolo, lo sono la democrazia e la libertà''.
''Cancellare la memoria del 25 aprile significherebbe seccare le radici della nostra vita democratica e rendere neutro il ricordo, con il risultato di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, oppressi e oppressori''. Così ha proseguito il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, nel sostenere l'importanza di celebrare il 25 aprile. ''Significherebbe sostenere - ha aggiunto - che tra don Minzoni, Giacomo Matteotti e gli squadristi non c'è alcuna differenza, che Mario Pasi ha la stessa dignità dei suoi aguzzini''.
''Vista la concomitanza con i festeggiamenti del 150/o dell'Unità d'Italia - ha proseguito il sindaco - siamo qui per dipanare il filo di una storia nazionale, patrimonio di tutti, che trova nel Risorgimento, nella Resistenza, nella nascita della Repubblica i propri momenti più alti'' e ha ricordato: ''Il richiamo ideale è implicito nei nomi, brigate Garibaldi, battaglione Pisacane, ma anche nelle biografie dei protagonisti: per rimanere a due casi trentini, Giannantonio Manci, eroe della Resistenza, proveniva da una famiglia di ideali mazziniani e garibaldini. E Gigino Battisti, partigiano, azionista e primo sindaco di Trento del dopoguerra, era figlio di quel Cesare Battisti che, agli inizi del Novecento, si ispirò proprio agli ideali risorgimentali nella sua lotta per riunire il Trentino all'Italia''.
''Occorre riconoscere - ha poi detto - che queste vicende in passato sono state caricate di un eccesso di retorica sentimentale che ha prodotto dei guasti le cui conseguenze forse perdurano tuttora. Ma lo scettico disincanto di questi giorni non è certo preferibile, non fosse altro perché assomiglia troppo al 'me ne frego' di fascista memoria''.
Andreatta ha chiuso esprimendo ''la riconoscenza dell'amministrazione comunale a Ugo Tartarotti, che per vent'anni ha saputo guidare l'Anpi con saggezza ed equilibrio, e a chi ne ha raccolto il testimone in un periodo che certo non è dei più facili''. ''Concludo - ha terminato - con una persuasione: oggi, in Italia, per essere democratici è ancora necessario essere antifascisti''.
Sono stati due dei giovani che hanno partecipato all'esperienza del Trento della memoria, che ha portato gruppi di studenti trentini in visita ai campi di concentramento, a concludere le celebrazioni del 25 aprile a Trento.
Hanno ringraziato l'Anpi e l'associazione Terra del fuoco che organizza i viaggi, con parole che hanno sottolineato l'importanza dell'esperienza e la volontà di serbarne il ricordo. Hanno parlato a conclusione della cerimonia ufficiale a Palazzo Geremia, che si è tenuta dopo che nella mattinata era iniziata con una messa alle 9.15 alla Santissima Annunziata, era proseguita con un corteo per la deposizione di corone alle lapidi di Palazzo Thun, al monumento ai Caduti a piazza Portela, all'ex Imi in Provincia, alla galleria partigiani e in piazza Pasi.