Una valanga li seppellisce salvati da sette roveretani 

Alto Adige, in val Sarentina tre scialpinisti hanno rischiato una morte orribile La comitiva lagarina, che si trovava nei pressi, è stata la prima a intervenire



ROVERETO . Devono la vita non solo all’Artva, l’apparecchio ricetrasmittente digitale che portavano addosso, ma anche alla presenza di spirito di sette escursionisti roveretani che si trovavno a poca distanza, i tre scialpinisti altoatesini che ieri hanno rischiato di morire travolti da una valanga in val Sarentina, in Alto Adige.

Partiti da poco più di 1.500 metri di altitudine in val Sarentina, tre scialpinisti stavano scendendo dopo essere saliti ai quasi 2.700 metri di quota di cima Lavine o Hörtlanerspitze. Una salita per buoni sciatori alpinisti, in una zona però abbastanza defilata, poco frequentata. Ieri il pericolo valanghe stimato dal servizio meteo era di grado 3 su una scala di 5, ossia marcato, su tutti i versanti al di sotto dei 2.500 metri. Il manto nevoso, si spiegava nel bollettino, «per via delle temperature elevate si è indebolito e sono possibili valanghe di neve umida da tutte le esposizioni. Le valanghe nel loro corso possono staccare tutto il manto e assumere grandi dimensioni». Maggiormente dai prati ripidi ieri erano possibili valanghe di slittamento «che generalmente si preannunciano con una fessurazione del manto fino al suolo». Le zone sotto queste aperture erano da evitare. Oltre i 2500 metri la situazione era più favorevole anche se andavano sempre considerati con attenzione, specie sulle esposizioni settentrionali, i recenti accumuli eolici in fase di consolidamento. Nelle gite c’era da fare attenzione a tempistica ed esposizione dei pendii. I tre scialpinisti altoatesini erano i primi a scendere dalla cima, sul versante nord ovest della montagna, mentre altri escursionisti stavano ancora salendo o si stanno trattenendo in vetta per riposare. Dopo qualche centinaio di metri, i tre vengono travolti sul ripido da una slavina staccatasi con un fronte piuttosto ampio. La donna riesce ad uscirne da sola, i due compagni restano seppelliti. Uno dei due, si scoprirà poi, sta sotto due metri. Per fortuna vicino a loro c’erano sette scialpinisti roveretani, che si sono precipitati sul posto, mettendosi a scandagliare la neve con l’Artva, la ricetrasmittente elettronica che permette ai sepolti di trasmettere la loro posizione e ai soccorritori di individuarli. L’elicottero dell’Aiut Alpin è arriva sul posto 8 minuti dopo l’allarme, con i membri del soccorso alpino e un’unità cinofila. I due sepolti sono stati fortunati: estratti dalla neve, sono stati elitrasportati a Bressanone e Bolzano, ma stanno bene. Rischiano al massimo un’nfreddatura. La loro fortuna è stata essersi dotati dell’Artva, e anche incrociare i sette alpinisti roveretani, che hanno contribuito a salvarli.

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