Largo Sauro, potatura per i prunus
Gli alberi stanno morendo: aiuole troppo piccole e niente impianto d’irrigazione
ROVERETO . I prunus di largo Nazario Sauro sono malati, e ieri una ditta specializzata ha provveduto a sradicarne uno ormai secco e capitozzarne altri tre, con l’intenzione di ridurre il più possibile il rischio di caduta di rami. Il caposquadra della Arco Pegaso ci mostra uno dei rami tagliati. «Fatelo vedere ai vostri lettori» ci dice con il ramo sezionato in mano: in effetti la parte più interna è ridotta a una molle segatura che si sbriciola al primo contatto, mentre quella attorno è una polpa scura, che si sta avviando alla necrosi. Di sana c’è solo la parte più esterna, quella subito sotto la corteccia. Uno strato sottile che permette ai rami di rimanere attaccati al fusto, almeno per ora. Ma al primo sforzo, per il vento, per la pioggia o per la neve, sono destinati a staccarsi e cadere a terra. Non sono molti gli alberi con le foglie rosse che decorano largo Sauro, una decina circa. I più grossi sono stati piantumati non meno di 20 anni fa e da allora alcuni sono morti, rimpiazzati da altri della stessa specie. «Ma non sono piante adatte a vivere in città - spiegano gli addetti dell’impresa specializzata -. Hanno bisogno di acqua, e qui non c’è alcun impianto di irrigazione. Il nutrimento lo prendono dal terreno, è probabile che la siccità dello scorso anno abbia dato loro il colpo di grazia. Guardate lì - dice indicando la parte sommitale di uno dei prunus appena potati, attraversata da una spaccatura della corteccia che percorre l’albero in senso longitudinale -, quella parte di pianta sta morendo. Tra un po’ basterà un soffio di vento per spezzare il ramo». A rendere la vita molto difficile agli assetati prunus, c’è anche la collocazione in aiuole troppo piccole. Alcuni non hanno retto le condizioni di vita e si sono seccati prima ancora di svilupparsi. Insomma, la vita è dura in centro, anche per gli alberi a bordo strada. (gi.l.)