«Un medico in più al pronto soccorso» 

L’assessore Zeni annuncia ai sindaci e a Malfer le novità in materia sanitaria: «A Ledro torna la guardia medica turistica»


di Leonardo Omezzolli


RIVA. Si è parlato della sanità a tuttotondo. È stato un consiglio della salute ricco di informazioni, di dati e prospettive, ma anche di buone notizie quello che si è riunito nella giornata di ieri nella sede di Casa Mia al Brione a Riva, al quale hanno partecipato i vari rappresentanti dei Comuni e della Comunità di Valle, insieme all’assessore provinciale alla salute Luca Zeni e al direttore dell’Apss Paolo Bordon.

Tra le novità annunciate da Zeni e Bordon il ritorno di un presidio medico in valle di Ledro con la guardia medica turistica che darà risposte alle necessità di vallata e la stipula di una convenzione con un medico privato per riportare in pari l’organico (sette medici) al pronto soccorso di Arco al fine di ottenere la copertura totale delle fasce orarie. Un confronto tra le parti che ha messo sul tavolo del dibattito alcuni dati significativi e con i quali le amministrazioni locali e provinciali dovranno necessariamente confrontarsi nei prossimi anni per continuare a dare garanzie di qualità nei servizi sanitari, locali e provinciali.

Soddisfatto il presidente della Comunità Mauro Malfer: «Il modello trentino va rigovernato e gestito. Il protocollo d’intesa è stato ri-attualizzato a fronte delle nuove esigenze. Non abbiamo mai abbandonato questo percorso. Da questo confronto costruttivo con la Provincia abbiamo avuto risposte positive. Da parte nostra continuerà ad esserci il pressing necessario per elevare il servizio. Abbiamo inoltre sottolineato la necessità di avere un pronto soccorso che deve essere efficiente e implementato al massimo, sia per quanto riguarda gli spazi, sia per quanto concerne il personale. E anche da questo punto di vista abbiamo avuto delle risposte».

Zeni e Bordon hanno illustrato alle istituzioni locali il nuovo modello organizzativo della sanità che mira a garantire l’integrazione tra ospedale e territorio, al governo unitario del servizio ospedaliero, ad una maggiore omogeneità dei servizi offerti e al contenimento dei costi. Un modello che si fonda sul principio dell’ “hub & Spoke”, accentrare i livelli di alta specializzazione negli ospedali centrali e gestire la domanda di base negli ospedali di rete. In questo modo di dovrebbe avere un aumento della sicurezza per gli utenti e i professionisti e un miglioramento degli indicatori di performance aziendali con una riduzione dei costi.

Per quanto riguarda il punto nascite di Arco Zeni e Bordon hanno illustrato come vi sia dal 2010 un progressivo calo delle nascite, dovuto non a fattori locali, ma che è di incidenza nazionale. Per questo è necessario dare maggiori sicurezze seguendo le direttive ministeriali e consolidare il percorso nascita negli ambiti territoriali. Tra le tematiche toccate il drastico calo dei medici (13 mila in meno entro il 2025) e il basso rapporto infermieri-medici (1,5 per l’Italia) su una media europea di 2,5. Dati che non vanno sottovalutati come spiega il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi: «Il confronto ci è servito per ragionare sulla visione complessiva e a lungo termine della sanità locale inserita in un sistema provinciale e nazionale. A fronte del fatto che gli obiettivi inseriti nel protocollo si stanno raggiungendo, è importante ragionare sul nuovo modello di sanità. Siamo un paese che nei prossimi anni avrà sempre meno medici e quindi siamo chiamati a dare risposte tempestive per colmare questi vuoti mantenendo uno standard qualitativo e di sicurezza nei vari servizi sanitari».

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