In aula il regolamento per il buono spesa
Riva. Oggi in Consiglio (in programma dalle 17 alle 21), dopo la variazione al bilancio che metterà a disposizione i 356 mila euro necessari per dare sostanza al provvedimento, verrà approvato il...
Riva. Oggi in Consiglio (in programma dalle 17 alle 21), dopo la variazione al bilancio che metterà a disposizione i 356 mila euro necessari per dare sostanza al provvedimento, verrà approvato il regolamento per la disciplina del buono spesa di 20 euro per le famiglie rivane, pensato, come già fatto ad Arco, per rilanciare i consumi negli esercizi di vendita al dettaglio che si ritiene siano stati particolarmente colpiti dalle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria. Saranno destinatarie del buono spesa tutte le famiglie residenti nel comune di Riva alla data della spedizione. A ogni famiglia verrà recapitato a domicilio un numero di buoni spesa pari al numero dei componenti come risultante dalla situazione anagrafica. I buoni non saranno recapitati alle famiglie per le quali è in corso un procedimento di verifica di residenza, fermo restando che le stesse potranno richiedere i buoni in Comune. Il buono sarà nominativo e riporterà cognome, nome e codice fiscale del cittadino; nel caso di minori verranno riportati i dati dell’intestatario della scheda familiare come risultante dall’anagrafe comunale.
Il buono spesa, che a fini fiscali si caratterizza come voucher multiuso, potrà essere utilizzato dal suo ricevimento fino al 31 dicembre in punti vendita al dettaglio (non di alimentari) o presso prestatori di servizi (parrucchieri, estetisti, centri benessere, tatuatori, cura degli animali, ma non veterinari). Il buono spesa sarà utilizzabile ordinariamente dal soggetto intestatario il cui nome risulta prestampato, ma potrà anche essere ceduto una sola volta ad altri, purché accompagnato da una copia del documento di riconoscimento dell’intestatario. Nello specifico il buono spesa potrà essere ceduto a un’altra persona fisica (purché residente a Riva) o alla Caritas cittadina. La scelta di interessare gli esercizi di vendita anche fuori dal territorio comunale si spiega con la forte integrazione economica e le molte interrelazioni presenti (per esempio nel caso di operatori e dipendenti residenti in un comune, ma che operano o lavorano in un altro comune). Il buono spesa sarà poi rimborsato dal Comune agli esercenti presso i quali viene utilizzato. M.CASS.