Villa Rosa, contestato l’intervento sui pavimenti
La Corte dei Conti ha evidenziato un danno erariale di 215 mila euro per i lavori che hanno reso meno scivolosi i marmi subito dopo l’apertura dell’ospedale
PERGINE. Sarà al centro dell’attenzione perché “eccellenza”, ma il nuovo Villa Rosa è ora nel mirino della Corte dei Conti per lavori la cui spesa è considerata “presunto danno erariale”. Si parla del rifacimento dei pavimenti interni della struttura ospedaliera. Una vicenda che risale a cinque anni fa, esattamente all’indomani dell’inaugurazione della struttura ospedale (luglio 2013).
In sostanza, il pavimento in “marmo rosa di Carrara” era stato oggetto di un’interrogazione presentata dall’allora consigliere provinciale Giorgio Leonardi (Forza Italia). In un contesto più generale la specifica domanda sui pavimenti (e tetto) era: «Per quale motivo una struttura inaugurata il 19 luglio presenta evidenti situazioni di degrado: pavimenti in marmo con ampie fessurazioni lungo i corridoi, ali del tetto con coppi sbriciolati, come si intenda intervenire e a chi saranno imputati gli eventuali costi per la manutenzione; i costi di fornitura marmi compresi i costi di posa e lucidatura». Ebbene su questa vicenda la Corte dei Conti «ha emesso e notificato invito a dedurre relativo a lavori effettuati sull’ospedale Villa Rosa». Si parla in sostanza di «presunto danno erariale derivante dall’effettuazione di lavori per aumentare il coefficiente di attrito della pavimentazione interna della struttura ospedaliera, pur essendo stata la stessa edificata ex novo, con lavori terminati nel 2013. Il rispetto dei coefficienti di attrito previsti dalla norma, alla luce della recente edificazione, avrebbe dovuto essere pienamente garantito, senza necessità di eseguire ulteriori interventi a pochi anni di distanza».
Il danno contestato è di 215.871,02 euro, l’intera spesa sostenuta dall’Azienda sanitaria per il trattamento antiscivolo. La contestazione è rivolta alle figure coinvolte nel monitoraggio dell’esecuzione dei lavori e collaudo dell’opera «per non aver correttamente vigilato sull’effettivo rispetto dei requisiti di cui sopra».
La vicenda era finita in questa pagina insieme al rifacimento della copertura (con tegole rosse) del tetto (si parlava di 1.000 mq) perché risalivano al primo lotto (1999) con una spesa (in questo caso) di 80.000 euro. «Fin da subito - aveva dichiarato l’allora dirigente Alessandro Zanoni - si era visto che le tegole si sfogliavano».
Un altro “danno erariale” per il quale qualcuno ha dovuto pagare un risarcimento riguardava (in tempi recenti) lo “stato di abbandono” del vecchio Villa Rosa.